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    Il «campo largo» in Sardegna resiste: Zedda candidato sindaco a Cagliari

    Ascolta la versione audio dell’articolo2′ di letturaL’esperimento del Campo largo continua. Almeno in Sardegna dove la coalizione di Centrosinistra con il Movimento 5 Stelle ha “chiuso la pratica” e scelto candidato a sindaco di Cagliari Massimo Zedda. Ossia il presidente dei Progressisti, sindaco dal 2011 al 2019, quando ha lasciato lo scranno della città capoluogo per sfidare, rimanendo sconfitto, Christian Solinas. Il Centrosinistra ripropone la ricetta vincenteLe vicende che interessano lo scenario nazionale si sono fermate al di là del mare. In Sardegna, la ricetta proposta dal centrosinistra è una sorta di replica o seconda fase di quella che ha visto Alessandra Todde, numero 2 nazionale di M5S vincere sullo sfidante di centrodestra e sindaco di Cagliari Paolo Truzzu. Il nome di Massimo Zedda come candidato sindaco a Cagliari era in campo già da gennaio, quando prima delle regionali, aveva manifestato la disponibilità per correre alle comunali della città capoluogo.Loading…La Coalizione: ok senza primarieIl via libera alla sua candidatura è arrivato al termine della riunione nella sede Dem di Cagliari dove il Pd ha sciolto le riserve decidendo di convergere sull’ex sindaco. Anche alla luce del fatto che il potenziale candidato dem più quotato, ossia il segretario Piero Comandini è Stato eletto presidente del Consiglio regionale.Per la scelta di Massimo Zedda, alla fine, non c’è stato bisogno di ricorrere alle primarie, cui aveva manifestato disponibilità già prima delle elezioni regionali. La Coalizione, forte del risultato di febbraio e del “vento che soffia nell’isola” ha chiuso il cerchio trovando l’accordo sul nome di “sintesi”.Bocciata alleanza con Soru e AzioneIl tavolo della coalizione ha anche bocciato l’ipotesi di allargare ancora di più un campo già ampio con l’ingresso di Azione e del movimento di Renato Soru, l’ex segretario ed ex europarlamentare del Pd che a febbraio ha lasciato la coalizione per candidarsi con una coalizione autonomista non raggiungendo però la percentuale minima per avere rappresentanti in Consiglio regionale.Zedda contro ZeddaLa competizione elettorale sarà tra due Zedda. I giorni scorsi il centrodestra ha scelto il candidato sindaco: si tratta di Alessandra Zedda, esponente di Forza Italia ora vicina alla Lega ed ex assessora al Lavoro e vice presidente della Regione con Solinas Presidente da cui uscì per ricoprire solamente il ruolo di Consigliera regionale. Ex cestista, Alessandra Zedda è molto conosciuta in città per aver militato nella Virtus Cagliari con cui ha sfiorato i playoff per la A1.Alle elezioni ci dovrebbe essere anche un terzo candidato: l’avvocato Giuseppe Farris, ex esponente del centrodestra, che si candida da indipendente con una lista civica. LEGGI TUTTO

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    Mostra su Giovanni Gentile a Roma, Sangiuliano: “Giusto rendergli merito”

    Aprirà al pubblico domani la mostra dedicata a Giovanni Gentile, allestita all’Istituto Centrale per la Grafica di via Poli 54, a Roma. “Giovanni Gentile è stato riconosciuto da autorevoli studiosi uno tra i più importanti filosofi europei del Novecento, insieme a Benedetto Croce”, ha detto il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, visitando la mostra “SCENDERE PER STRADA. Giovanni Gentile tra cultura, istituzioni e politica”, che ricorda uno dei maggiori e tra i più controversi intellettuali del Novecento italiano nella ricorrenza degli ottant’anni dalla sua morte. Sarà possibile visitare la mostra dedicata a Giovanni Gentile fino al 7 luglio 2024.
    “La sua è un’elaborazione teorica che offre ancora oggi spunti, dal richiamo al Risorgimento oppure come quando nel saggio postumo ‘Genesi e struttura della società italiana’ individuò il valore della comunità. La stessa scelta del titolo indica una visione: ‘Scendere per strada’ è un motto che lo stesso Gentile adoperò per esortare gli intellettuali a proporre la cultura tra la gente”, ha sottolineato Sangiuliano.

    La mostra su Giovanni Gentile
    La mostra conta settantacinque opere esposte tra originali e riproduzioni provenienti da diverse istituzioni, tra cui la Fondazione Roma Sapienza, l’Archivio Giovanni Gentile, l’Istituto della Enciclopedia Italiana, l’Istituto Italiano di Studi Germanici, l’Istituto Comprensivo Regina Margherita e il Museo delle Civiltà. Un percorso articolato in tre sale per rendere conto della complessa e molteplice azione di politica culturale intrapresa nel corso della sua esistenza.
    All’anteprima erano presenti, tra gli altri, il Presidente del Senato, Ignazio La Russa; il Ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani; il Sottosegretario alla Cultura, Lucia Borgonzoni; il Sottosegretario alla Difesa, Isabella Rauti; il presidente della Commissione Cultura della Camera, Federico Mollicone; il presidente della Commissione Sanità, Lavoro e Affari Sociali del Senato, Franco Zaffini; il capogruppo di Forza Italia al Senato, Maurizio Gasparri; i deputati Alessandro Amorese e Ilaria Cavo; gli eredi della famiglia tra cui i due nipoti, il Direttore Generale Educazione e Ricerca del MiC, Andrea De Pasquale; il Direttore generale della Direzione Creatività contemporanea del MiC, Angelo Piero Cappello; il Direttore dell’Istituto storico italiano per l’età moderna e contemporanea, Giuseppe Parlato; i Presidenti di Cinecittà e Anica, Chiara Sbarigia e Francesco Rutelli, il produttore cinematografico e televisivo, Pietro Valsecchi. LEGGI TUTTO

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    “Associazioni pro-life nei consultori”, le opposizioni attaccano emendamento di FdI

    Le Regioni, nell’organizzare i servizi dei consultori, possono “avvalersi, senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica, anche del coinvolgimento di soggetti del terzo settore che abbiano una qualificata esperienza nel sostegno alla maternità”. È quanto prevede un emendamento al dl Pnrr su cui il governo ha messo la fiducia. Il testo, a prima firma di Lorenzo Malagola di FdI, è passato in commissione bilancio ed è stato stigmatizzato dalle opposizioni: il coinvolgimento delle “associazioni pro-life” nei consultori “rappresenta l’ennesima offesa ai diritti della donna e alla sua autodeterminazione”, è “vergognoso”, attaccano M5s e Pd.

    Cosa può accadere

    Il governo in giornata ha chiesto nell’Aula della Camera il voto di fiducia sul decreto per il completamento dell’attuazione del Pnrr. Domani dopo mezzogiorno sono previste le dichiarazioni per il voto di fiducia, mentre alle 14 inizierà la chiama per l’appello nominale. Sulla votazione finale del provvedimento, invece, non è stato trovato ancora alcun accordo. Ma c’è la possibilità che l’emendamento sui consultori passi insieme al resto del provvedimento.
    Polemica su consultori
    Intanto, è polemica sui consultori. I primi a sollevare il tema sono i rappresentanti del M5s nelle commissioni Affari Sociali di Camera e Senato: “Viviamo in un Paese in cui il diritto all’aborto, all’interruzione di gravidanza è già sotto attacco, in cui è già difficile accedere alla pratica, in cui le donne devono viaggiare fuori provincia o addirittura fuori regione per riuscire ad abortire – la denuncia -. E mentre altri Paesi inseriscono la tutela del diritto all’interruzione di gravidanza in Costituzione, l’Italia sceglie di fare un ulteriore passo indietro. Noi continueremo a opporci a questa politica oscurantista del governo Meloni”. Anche il Pd si fa sentire, la segretaria Elly Schlein parla di “attacco pesante alla libertà delle donne” al quale “ci opporremo duramente”. Silvia Roggiani e Marco Furfaro (responsabile welfare del partito) dicono: “Questo governo continua nella sua battaglia contro le donne e contro i loro diritti e lo fa attaccando in primis la legge 194 e il diritto all’interruzione di gravidanza. È vergognoso. Ci batteremo in Parlamento e fuori, affianco alle associazioni femministe, per impedire alla destra questo ennesimo attacco ai diritti delle donne”.
    Le precedenti polemiche
    In passato, il Piemonte a guida centrodestra aveva deciso di dare spazio anche ad associazioni pro-vita nei consultori, generando polemiche analoghe. Nel Lazio, Regione guidata da Francesco Rocca (vicino a FdI), maggioranza e opposizioni si erano scontrate sull’esclusione dei consultori dalla gestione dei bonus mamme e, parallelamente sulla decisione di puntare su centri per la famiglia e centri di aiuto per la vita. LEGGI TUTTO

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    Salvini su nucleare in Italia: “Farei referendum anche domani mattina”

    Mondo
    Mosca minaccia attacco a centrali nucleari in Est Europa. Quali sono

    I vertici del Cremlino continuano a evocare lo spettro del nucleare, dopo che sui canali social filorussi si è diffusa la voce secondo cui le forze armate ucraine sarebbero pronte ad attaccare la centrale di Smolensk, in Russia. Medvedev, vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo, ha detto che in tal caso ‘sarà necessario esaminare uno scenario d’attacco simultaneo della Russia” contro tre centrali ucraine: Pivdennoukrainski, Rivne e Khmelnytskyi. E ha allargato il campo anche all’Europa orientale

    La Russia torna a evocare lo spettro del nucleare, come già fatto più volte dall’inizio della guerra contro l’Ucraina. A parlarne chiaramente è stato di nuovo il vicepresidente del Consiglio di sicurezza di Mosca, Dmitry Medvedev. Sui canali social filorussi negli ultimi giorni si è diffusa un’indiscrezione secondo cui le forze armate di Kiev sarebbero pronte ad attaccare la centrale nucleare di Smolensk, città russa sul fiume Dnepr. E proprio da qui è partito Medvedev per mettere in guardia delle possibili conseguenze. In foto: la centrale di Smolensk

    “Se verrà confermato un tentativo d’attacco alla centrale nucleare di Smolensk” – ha detto Medvedev parlando anche dell’utilizzo di “missili Nato” – per la Russia “sarà necessario esaminare uno scenario d’attacco simultaneo” contro tre centrali ucraine: quelle di Pivdennoukrainski, di Rivne e di Khmelnytskyi. In foto: Rivne

    Medvedev (in foto) si è spinto anche più in là e ha citato una possibile offensiva russa anche contro “impianti nucleari nell’Europa dell’Est”, aggiungendo che “non c’è nulla di imbarazzante al riguardo”. Tra i 13 Paesi membri Ue che, al 2021, disponevano di reattori nucleari operativi ci sono infatti alcuni Stati dell’Europa orientale LEGGI TUTTO

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    Diffamazione, Berrino (FdI): “Ritirati gli emendamenti sul carcere per i giornalisti”

    “FdI ha presentato un disegno di legge per eliminare la pena detentiva per il reato di diffamazione per garantire maggiormente la libertà di stampa. Una svolta da tempo attesa ma che nessuno prima di Fratelli d’Italia aveva tradotto in provvedimenti”. Lo ha dichiarato il senatore di FdI, Gianni Berrino, in una nota. “In linea con la sentenza della Consulta, avevo presentato due emendamenti per garantire la piena tutela delle persone offese da meccanismi di ‘macchina del fango’. La necessità di procedere con celerità all’approvazione del ddl sulla diffamazione, mi ha convinto a ritirare gli emendamenti che in ogni caso, alleggerivano sensibilmente le pene attualmente previste”, ha sottolineato ancora. Ora, ha concluso il senatore, “procediamo spediti per superare le pene detentive per il reato di diffamazione, immaginando altre tutele per l’eventuale vittima innocente. Coniugare libertà di stampa con tutela della persona offesa nella sua onorabilità sociale rimane la stella polare di FdI”.

    Le reazioni. Noi Moderati: “Vince il buonsenso”

    “E’ la vittoria del buon senso. Noi per primi ci eravamo espressi nettamente contro la previsione del carcere fino a 4 anni ai giornalisti per il reato di diffamazione”. Questo il commento del presidente di Noi moderati, Maurizio Lupi e di Ilaria Cavo, deputata di Noi moderati e giornalista professionista. “Ora apprendiamo che sono stati ritirati gli emendamenti che lo proponevano: una scelta in linea con quanto avevamo chiesto nello spirito di tutelare le vittime della diffamazione, ma anche una categoria professionale importante, come quella dei giornalisti, su cui si era già espressa la Corte Europea per i Diritti dell’Uomo (chiedendo proporzionalità nelle sanzioni ed escludendo la detenzione), e di conseguenza la nostra Corte Costituzionale e la Corte di Cassazione”, hanno sottolineato. Adesso, “si proceda quindi speditamente verso una legge di equilibrio, a cui siamo pronti a dare il nostro contributo”, hanno concluso.
    Schlein: “Preoccupazione per la libertà di stampa, no al carcere”
    In linea generale “c’è preoccupazione sulla libertà di stampa” in Italia, per questo come Pd “contrasteremo la proposta del carcere per la diffamazione”. Lo ha riferito la segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein, alla Stampa Estera. “Come lo chiameremmo un governo che cerca di restringere gli spazi di informazione libera, che rende la Rai tele Meloni, che cerca di allargare la sua influenza con operazioni come quella allo studio tra Eni e Angelucci, che attacca la magistratura? Sono cose che abbiamo già visto in Europa e voi ne siete testimoni. È una deriva che non siamo disposti a tollerare”, ha sottolineato la leader dem.
    M5S: “Fallito il blitz di FdI per il carcere ai giornalisti”
    “Fratelli d’Italia ci ha provato, ma il tentativo di prevedere il carcere per i giornalisti è fortunatamente fallito. Possono dire quello che vogliono, possono provare a giustificare il ritiro di quei vergognosi emendamenti con le esigenze di procedere spediti sul ddl diffamazione, ma la verità è che il partito di Giorgia Meloni si è ritrovato isolato alla testa dell’ennesima battaglia assurda contro la libertà e l’indipendenza della stampa”. Questo, invece, il punto di vista della capogruppo del M5S in commissione giustizia al Senato, Ada Lopreiato e dell’esponente pentastellato in commissione di vigilanza Rai, Dolores Bevilacqua. “Resta comunque inquietante anche solo il tentativo che è stato messo in campo. Teniamo la guardia alta affinché nuovi rischi del genere non abbiano alcun tipo di spazio”, hanno aggiunto.
    Fnsi: “Ritirate le norme sul carcere ai giornalisti ma restano delle criticità”
    Infine, ecco il commento di Alessandra Costante, segretaria generale della Federazione Nazionale Stampa Italiana. “Il senatore di FdI Gianni Berrino ritira gli emendamenti sul carcere al ddl Diffamazione. Erano emendamenti ingiusti e incivili che avrebbero portato l’Italia ai confini dell’Ungheria. Di questo, fortunatamente, si è accorto un pezzo della maggioranza, alla quale ora ci rivolgiamo nella speranza che, assieme alle altre forze politiche democratiche, si metta al lavoro per rendere più europeo il disegno di legge sulla diffamazione, che per l’informazione ha comunque molte criticità”.

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    Bologna conferisce a Romano Prodi l’Archiginnasio d’oro

    Bologna ha celebrato Romano Prodi: al professore è stato assegnato l’Archiginnasio d’oro, la massima onorificenza culturale della città. In una piazza coperta della Salaborsa, la biblioteca che si affaccia su piazza Maggiore, gremita di amici, colleghi dell’Università, esponenti del mondo politico e di molti ambienti della città che Prodi ha incontrato, da quando, agli inizi degli anni sessanta vi si è trasferito, dopo il discorso affidato alla politica francese Sylvie Goulard, sua collaboratrice ai tempi della commissione europea, Prodi ha ricevuto l’Archiginnasio dalle mani del sindaco Matteo Lepore e ha tenuto un discorso sul suo legame con la città
    Ha dedicato il premio alla moglie
    Con una dedica particolare: “A chi volete che lo dedichi – ha detto alla fine della cerimonia parlando con i cronisti – lo dedico a mia moglie”. Flavia Franzoni, morta recentemente, è stata più volte ricordata nel corso della mattinata.

    Un voto discusso a lungo

    In consiglio comunale c’era stata una spaccatura sulla proposta, avanzata dal sindaco Matteo Lepore, di conferire all’ex premier l’Archiginnasio d’oro. Alla fine la votazione si è conclusa con 28 favorevoli: a votare contro solo cinque consiglieri di Fratelli d’Italia, mentre erano usciti dall’aula i tre capigruppo di Lega, Forza Italia e Bologna ci piace.
    Le motivazioni del sindaco
    In Aula, prima del voto, il sindaco aveva “chiamato” l’opposizione a condividere l’ok alla delibera sottolineando il profilo europeo del professor Prodi, “motivo di orgoglio per tutta la nostra città. E grazie alla cultura europea che ha portato da presidente della commissione Ue ha reso Bologna una città migliore”. Il sindaco, nel ricordare l’importanza di questa onorificenza che viene data sotto le Due Torri a personalità della cultura e della scienza, ha voluto ricordare il valore del profilo dell’ex premier che va “oltre gli steccati politici”. LEGGI TUTTO

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    Presentato il francobollo dedicato alla Giornata nazionale del Made In Italy

    Come logo per rappresentare l’eccellenza italiana è stato scelto “L’uomo Vitruviano” di Leonardo Da Vinci. All’evento di presentazione d hanno partecipato il Ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, il sottosegretario con delega alla filatelia, Fausta Bergamotto, il presidente di Poste Italiane, Silvia Rovere e il rappresentante del Poligrafico e Zecca dello Stato, consigliere di amministrazione, Stella Mele

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