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    Exor cambia i piloti di Iveco e Cnh pesa anche il fattore Piazza Affari

    Cambio della guardia incrociato ai vertici di Iveco Group e Cnh, entrambe società controllate dalla holding Exor. A partire dal prossimo 1 luglio, Gerrit Marx, attuale ad di Iveco Group, succederà a Scott Wine, in Cnh, nella stessa carica operativa. Contestualmente, Olof Persson, membro indipendente del board di Iveco Group e grande esperto di veicoli industriali e trasporto, assumerà la guida dell’azienda.Secondo la nota ufficiale di ieri, è stato lo stesso Wine a chiedere di «lasciare Cnh al termine dell’attuale ciclo di business plan triennale per perseguire altri interessi», volontà accettata dal board. Un’uscita di scena elegante, dunque, che nasconderebbe però malcontenti, in particolare sull’andamento del titolo, tra l’altro dal 2 gennaio scorso oggetto di delisting a Milano e ora quotato solo alla Borsa di New York. A gennaio 2022, all’indomani dello scorporo di Iveco dal gruppo che produce macchine agricole e movimento terra, le azioni Cnh quotavano 14,3 euro, mentre in coincidenza con il delisting, a inizio 2024, il valore era sceso a 11,2 euro. A Wine, comunque, viene riconosciuto di aver «realizzato tre anni consecutivi di ricavi e margini Ebit record, supervisionando il miglioramento delle prestazioni del segmento agricolo, la trasformazione del segmento delle costruzioni e l’acquisizione di Raven Industries (tecnologie per l’agricoltura di precisione) avvenuta nel 2021», si legge in una nota. Il board di Cnh ha intanto deciso che la presentazione dell’Investor Day, prevista il 21 maggio prossimo, sarà rinviata per «consentire a Marx di guidare la pianificazione e gli obiettivi dell’azienda per la prossima fase di sviluppo». Per Wine, invece, ultima conference call il 2 maggio in occasione dei dati finanziari di Cnh del primo trimestre.Da parte sua, Marx rientra in Cnh (di cui è già stato ad) da Iveco Group dove, come responsabile, ha guidato l’azienda verso una nuova era di connettività, integrando le più recenti tecnologie digitali e dei dati con l’offerta di prodotti. Ha inoltre presieduto il settore powertrain di Iveco, supervisionando la transizione verso sistemi di propulsione alternativi. LEGGI TUTTO

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    Crt, resa dei conti sul “patto occulto”

    Domani sarà il giorno della resa dei conti in Fondazione Crt. Dopo le tensioni che hanno portato al voto di sfiducia del consiglio d’amministrazione verso il segretario generale Andrea Varese – a cui è stato contestato di aver segnalato al Mef il caso del “patto occulto“ nel Consiglio d’indirizzo senza prima passare dal cda – i vertici dell’ente torneranno a riunirsi in serata (alle 19). Ma non si tratterà semplicemente di un tentativo di pacificare il rapporto tra i quattro consiglieri “ribelli“ – Caterina Bima, Davide Canavesio, Anna Maria Di Mascio e Antonello Monti – e il presidente della Fondazione, Fabrizio Palenzona, che ha visto nell’attacco al suo manager di fiducia anche un affronto alla sua gestione. Il cda potrebbe infatti prendere una piega imprevista. Lo si desume da un’indiscrezione raccolta dall’agenzia Radiocor che, sentite fonti vicine all’ente, precisa che «gli organi della Fondazione Crt dispongono oggi di tutti gli elementi informativi necessari per assumere le determinazioni a tutela della legalità della vita dell’Ente». Per capire meglio il messaggio, però, occorre scorrere di alcune righe quanto riportato dall’agenzia: «Le stesse fonti sottolineano che l’esposto inerente al cosiddetto Patto tra taluni consiglieri di indirizzo e di amministrazione (il famigerato “patto occulto“, ndr), come già comunicato, concerne la violazione delle norme dello statuto e dei regolamenti interni della Fondazione».Insomma, se così fosse, sul tavolo del consiglio d’amministrazione potrebbero esserci le prove che il “patto occulto“ denunciato al Mef dal segretario Varese, che una settimana fa ha portato alle dimissioni del consigliere d’indirizzo Corrado Bonadeo, avrebbe coinvolto anche membri del cda oltre ai consiglieri d’indirizzo. «La vicenda, concludono le fonti, non è stata ancora oggetto di decisioni o di specifiche sollecitazioni da parte dell’autorità di Vigilanza (cioè il Mef), cui peraltro non compete dirimere le controversie insorte all’interno degli organi dell’Ente». Quest’ultimo passaggio è in sostanza una risposta al messaggio fatto trapelare da fonti vicine al ministero dell’Economia secondo il quale il «Mef non ha competenza e non si esprime in discussioni interne tra membri del cda». Inoltre, «il Mef ha un obbligo di vigilanza su aspetti ben precisi come, tra gli altri, il rispetto del bilancio, l’equilibrio finanziario delle fondazioni, il rispetto degli statuti e dei regolamenti». In sostanza, in Fondazione ritengono di aver agito correttamente nel segnalare il patto occulto al Mef, in quanto atto dovuto nei confronti dell’autorità di vigilanza competente. Non vi era tuttavia l’aspettativa che il Mef intervenisse per risolvere le controversie nate in seno all’ente, per le quali i vertici pensano di avere in mano quanto serve per garantire le azioni necessarie (armistizio o esposti alla magistratura?). I riflettori ora sono tutti puntati sul cda di questa sera, per capire quale direzione verrà imboccata. LEGGI TUTTO

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    Cambiano le regole per le aree di servizio: la novità in autostrada

    Novità in arrivo per Autostrade. È pronto un piano per ristrutturare le aree di servizio della rete autostradale. Il decreto del Ministero delle Infrastrutture, insieme a quello dell’Ambiente, è pronto per essere firmato dopo aver ricevuto il via libera positivo dalla Conferenza unificata il 24 marzo scorso. Ecco di cosa si tratta e quali sono le novità.La misuraIl provvedimento modifica meccanismi di concessione e dei servizi garantiti ad automobilisti e autotrasportatori sulla rete autostradale italiana. Le informazioni sono state riportate dal il Sole 24 Ore e il nuovo provvedimento apporta modifiche al precedente Piano del 2015, il quale è scaduto nel 2020 e contemplava la chiusura di 25 aree di servizio su un totale di circa 500 in funzione. Come viene spiegato nel decreto, il ministero delle Infrastrutture è stato “sollecitato a riconsiderare la decisione di chiusura delle aree in considerazione delle mutate condizioni di mercato e dell’utilità agli utenti”. Il ministero dei Trasporti ha pensato di “adottare un differente approccio in ordine alle decisioni di riqualificazione/chiusura delle aree fondato sull’analisi delle potenzialità di mercato e dell’utilità in generale”. LEGGI TUTTO

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    Date, importi, aumenti: tutto sulle pensioni di maggio

    Maggio sarà un mese particolarmente propizio per i pensionati, sono infatti previsti alcuni aumenti i quali verranno erogati il giorno 2 maggio, ovvero quando i servizi bancari saranno disponibili successivamente al giorno di festa dell’1 maggio. Ci sono però alcuni casi specifici in cui l’assegno verrà erogato prima. Ecco tutte le informazioni sul versamento delle pensioni a maggio.Le date e il calendarioI correntisti di Banco Posta potranno ricevere in anticipo l’accredito pensionistico. Questa situazione si è già verificata nel mese di aprile. A maggio, invece, l’erogazione avverrà tra il 30 aprile e l’1 del mese. In merito al ritiro in contanti sarà possibile effettuarlo in base al calendario ordinario organizzato sulle lettere iniziali dei cognomi dei beneficiari, come succede sempre. La data è stata pubblicata dall’Inps, il pagamento avverrà con valuta 2 maggio.Gli importiGli importi verranno calcolati, come viene fatto da gennaio 2024, con una rivalutazione del 5,4%. Ricordiamo che il 100% della rivalutazione è solo per redditi fino a quattro volte il trattamento minimo. A maggio, quindi, i pensionati otterranno un assegno più sostanzioso rispetto al 2023 grazie alla riforma dell’Irpef e ai nuovi scaglioni. Coloro che hanno un reddito tra 15.001 euro e 28.000 euro nel 2024, verseranno il 2% in meno di Irpef, essendo stati accorpati nello scaglione al 23% dopo la cancellazione dello scaglione al 25%. Inoltre chi ha un reddito fino a 15mila euro otterrà un aumento di 20 euro mentre chi percepisce 28mila euro all’anno percepirà 260 euro in più, infatti il versamento irpef ammonta a 6.440 euro, anziché 6.700 euro. Riportiamo una tabella con gli importi e gli aumenti fascia per fascia: LEGGI TUTTO

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    Sposarsi in Comune: tutto quello che bisogna sapere

    Pur se con un andamento oscillante (gli ultimi dati Istat parlano di una lieve ripresa nel 2022 e una nuova riduzione nel 2023), il matrimonio, civile o religioso, “resiste” in quanto istituzione e resta uno dei passaggi fondamentali per le coppie che intendono formalizzare la propria unione e costruire un futuro insieme. In questo articolo vogliamo prendere in esame il matrimonio civile, fornendo un piccolo vademecum delle procedure e dei documenti necessari per organizzare, possibilmente senza stress, una cerimonia in Comune.I documenti necessariPremesso che, secondo il Codice civile, gli sposi devono avere almeno 18 anni (o 16 con autorizzazione del Tribunale dei Minori), essere liberi da vincoli matrimoniali precedenti, avere la capacità legale di intendere e volere, e non essere legati da vincoli di parentela, affinità o adozione, per il matrimonio civile in Italia, è necessario recarsi, previo appuntamento, all’Ufficio di Stato Civile del Comune di residenza (alcuni comuni prevedono un apposito Ufficio matrimoni). I documenti richiesti includono il documento di identità, lo stato di famiglia, il codice fiscale e un’autocertificazione compilata in loco.Le dichiarazioni riguardano dati anagrafici, cittadinanza, stato civile, assenza di impedimenti e condanne. Se uno dei coniugi è straniero, potrebbero essere richiesti ulteriori documenti come un documento di identità internazionale, un certificato di nascita e un nulla osta dal paese d’origine. Si consiglia di iniziare la procedura almeno 6 mesi prima del matrimonio, considerando la validità dei documenti e i tempi necessari per le pubblicazioni. Nel caso di seconde nozze, potrebbe essere richiesta la dimostrazione dello stato libero da matrimoni precedenti. Per i matrimoni celebrati all’estero, si devono seguire le normative del paese in questione, il che può comportare un iter burocratico più complesso.Le pubblicazioniHanno il fine di rendere nota l’intenzione di due persone di contrarre matrimonio. Ciò si rende necessario perché è possibile che qualcuno si opponga alla celebrazione delle nozze, qualora una o più persone terze siano a conoscenza di fatti previsti dal Codice civile che ne impediscano il compimento (interdizione, divieto temporaneo di nuove nozze, parentela e affinità non dispensabili, difetto di libertà di stato o delitto). Dando per scontato che questo scenario “cupo” non vi riguardi, durante l’appuntamento con l’ufficio matrimoni, è richiesta una marca da bollo del valore di 16 euro se entrambi gli sposi risiedono nello stesso Comune. Se uno dei due risiede altrove, sono necessarie due marche da bollo da 16 euro ciascuna.Le pubblicazioni vengono esposte per otto giorni e viene rilasciato un certificato di avvenuta pubblicazione. Se uno dei due sposi abita in un altro comune, bisogna chiedere la pubblicazione anche lì, sempre per 8 giorni. In alcuni comuni la scelta della data del matrimonio può essere fatta immediatamente, comunicando contestualmente la scelta del regime patrimoniale, cioè comunione o separazione dei beni.Le tempisticheUna volta completato il periodo di affissione delle pubblicazioni, la coppia può sposarsi senza ulteriori attese. È importante ricordare che il matrimonio deve essere celebrato entro 180 giorni dalle pubblicazioni. Per quanto riguarda gli appuntamenti per le varie procedure, soprattutto nelle città più grandi, è consigliabile agire con largo anticipo per evitare ritardi.Celebrazione del rito civileIl matrimonio civile viene officiato dall’Ufficiale di Stato Civile, che può essere nella fattispecie il sindaco, il vicesindaco, un assessore o un consigliere. È possibile richiedere che il rito sia celebrato da un amico o un parente, purché non vi sia parentela verticale (figlio, genitore, nonni etc.) con gli sposi. Le nozze devono essere ufficializzate alla presenza di due testimoni. Durante la cerimonia, l’ufficiale legge le norme di riferimento e può fare un breve discorso agli sposi. È possibile personalizzare la cerimonia aggiungendo promesse nuziali o musica di sottofondo, o chiedere ad alcuni amici o parenti di leggere o recitare un pensiero dedicato agli sposi. È consigliabile però consultare il Comune per i dettagli consentiti nella location scelta. Subito dopo la celebrazione viene compilato l’atto di matrimonio, che contiene le generalità degli sposi e dei testimoni, la data dell’eseguita pubblicazione, il luogo della celebrazione e la dichiarazione dell’Ufficiale di Stato Civile che li ha uniti in matrimonio.Scelta della locationI comuni offrono oggi una vasta gamma di location per le cerimonie civili, che spaziano dalle sale comunali alle chiese sconsacrate, dai giardini pubblici alle spiagge. I costi variano a seconda della scelta della location, quindi è consigliabile consultare le informazioni ufficiali del Comune e il relativo tariffario. Inoltre, è possibile personalizzare la sala scelta con l’aggiunta di fiori e decorazioni all’ingresso. È anche permesso lanciare il riso agli sposi al termine della cerimonia, tuttavia è importante verificare sempre questi dettagli con il Comune.AbbigliamentoNon esiste più il concetto che un matrimonio civile debba essere meno formale di uno religioso, anche per quanto riguarda l’abbigliamento. Gli sposi possono scegliere liberamente il loro abito senza alcuna restrizione, concentrandosi sulla loro felicità e soddisfazione.Diritti e doveriA differenza del matrimonio religioso, che ha effetti anche civili, il matrimonio civile non ha effetti religiosi. Il rito è, di fatto, un atto pubblico, produce effetti unicamente per lo Stato ed è regolato dalla legge statale.Con il matrimonio marito e moglie acquistano gli stessi diritti e assumono i medesimi doveri, regolati dagli articoli 143, 144 e 147 del Codice civile. Dal matrimonio deriva l’obbligo reciproco alla fedeltà, all’assistenza morale e materiale, alla collaborazione nell’interesse della famiglia e alla coabitazione (art. 143 Cod. civile). Entrambi i coniugi sono tenuti, ciascuno in relazione alle proprie sostanze e alla propria capacità di lavoro professionale o casalingo, a contribuire ai bisogni della famiglia (art. 143 Cod. civile). I coniugi concordano tra loro l’indirizzo della vita familiare e fissano la residenza della famiglia, secondo le esigenze di entrambi e quelle preminenti della famiglia stessa (art. 144 Cod. civile). Il matrimonio impone ad ambedue i coniugi l’obbligo di mantenere, istruire, educare e assistere moralmente i figli, nel rispetto delle loro capacità, inclinazioni naturali e aspirazioni (art. 147 Cod. civile). LEGGI TUTTO

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    Generali aperta allo shopping. A gennaio il nuovo piano

    Il nuovo piano industriale 2025-2027 di Generali vedrà la luce il 30 gennaio del 2025. È quanto sottolinea la compagnia triestina nelle risposte alle domande degli azionisti in vista dell’assemblea di bilancio di mercoledì.Sempre nei chiarimenti forniti ai soci, il gruppo guidato dall’ad Philippe Donnet (in foto) ha precisato che «acquisizioni e cessioni rappresentano una leva strategica per migliorare la crescita e la diversificazione degli utili riducendone i relativi rischi». Di conseguenza, il Leone «continuerà a valutare in maniera rigorosa e disciplinata opportunità che presentino un potenziale importante di creazione di valore per tutti gli stakeholder». Un cenno è stato fatto anche all’asset management, che sarà sempre più centrale per il gruppo, anche alla luce della nuova struttura organizzativa annunciata pochi giorni fa. In particolare, dall’acquisizione dell’americana Conning «sono previste sinergie tra 70 e 80 milioni entro il quinto anno e sarà decisiva per entrare nel mercato Usa e crescere nel risparmio gestito per diventare a lungo termine un gestore patrimoniale globale di primo livello». LEGGI TUTTO

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    L’Italia faccia squadra anche nella partita intelligenza artificiale

    Il più bel Paese del mondo che è il nostro, grazie a una natura generosa e a generazioni passate dotate di genialità irripetibili, deve affrontare, in un quadro geo-politico internazionale deteriorato, problematiche-opportunità che forse non hanno precedenti per ampiezza e accelerazione. Mi riferisco all’intelligenza artificiale e alla sfida delle competenze e della ridefinizione del lavoro e dei saperi; alle transizioni 5.0 che comportano sfide per il manifatturiero, al ruolo di università, imprese e ITS per l’innovazione del sistema di istruzione e la formazione dei giovani. Nel definire le risposte – da tradurre in programmi articolati, finanziati e scadenzati – debbono essere coinvolti il sistema pubblico nazionale e locale, le rappresentanze datoriali e sindacali, quelle della cultura e della ricerca. Ciascuno di essi, sotto la regia del governo, ha l’opportunità-esigenza di dover-poter fare squadra, cosa che in Italia si fa poco e male, per gli interessi complessivi. L’obiettivo è tornare a una crescita costante e sostenibile del Pil prossima al 2% annuo, mantenendo nel capitale umano il riferimento, in modo da gestire l’intelligenza artificiale e non farsi sostituire da essa. L’IA è in rapida ascesa, negli Usa sono già stati convogliati dal privato, con il supporto pubblico, centinaia di miliardi di dollari. Nell’area euro difettano le risorse finanziarie, così come sono poche le imprese che possano realizzare sistemi di AI, i cui pilastri sono le reti neurali artificiali costituite da unità computazionali interconnesse. Solo le major Usa dell’innovation tecnology, quotate al Nasdaq, possono permetterselo.Le transizioni 5.0, indispensabili per futuro delle imprese, già oggi godono di regimi di credito d’imposta ma è necessario che trovino una strada di investimenti da indirizzare al software, al fotovoltaico e alla formazione. Tre pilastri in cui il capitale umano deve essere primo attore. Per esserlo deve agganciarsi al ruolo delle università e, come in Germania e Francia, a quello degli ITS academy, scuole di eccellenza ad alta specializzazione tecnologica post diploma. Serve definire una vera connessione di istruzione, formazione e lavoro con le politiche industriali. Così come è necessario un piano operativo in grado di formare un sistema socio economico al tempo con i tempi. LEGGI TUTTO

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    Crt, Palenzona smaschera l’imboscata

    Clima incandescente in Fondazione Crt. Il consiglio d’amministrazione in programma lo scorso venerdì, che avrebbe dovuto decidere sui vertici di alcune società collegate all’ente, ha visto uno scontro frontale tra il segretario generale Andrea Varese e quattro consiglieri che si sarebbero detti pronti a votarne la sfiducia. Un confronto acceso che ha portato alla sospensione del cda dopo appena mezz’ora.Il casus belli è stata la gestione dell’affare Corrado Bonadeo, il consigliere d’indirizzo che domenica scorsa si era dimesso a seguito dell’emergere di un “patto occulto“ con alcuni consiglieri che è stato prontamente segnalato al ministero dell’Economia dallo stesso Varese. Un passo obbligato, ma che non è stato digerito da un nucleo di consiglieri guidati dalla vice presidente Caterina Bima e da Davide Canavesio che hanno tentato il blitz, coinvolgendo anche Anna Maria Di Mascio e Antonello Monti nel voto di sfiducia al segretario generale. La contestazione dei quattro consiglieri, sul piano formale, è che avrebbero voluto essere consultati prima, sentendosi di fatto scavalcati dal metodo seguito da Varese. Una questione di forma che, secondo fonti vicine alla presidenza, avrebbe potuto essere gestita con ben altri toni e con la via del dialogo. Invece si è da subito andati allo scontro, per quella che in realtà pare essere un pretesto per tendere un’imboscata al presidente Fabrizio Palenzona. Anche se, secondo quanto raccolto, i consiglieri avrebbero precisato di non avere nulla contro il presidente, ma di aver perso la fiducia nel segretario generale. Di fatto, però, l’intenzione di mandare a casa un uomo scelto proprio dal numero uno della Fondazione Crt equivale a scontrarsi con lui. Tant’è che Palenzona – descritto dapprima come amareggiato e poi furioso per lo spettacolo andato in scena in consiglio d’amministrazione – sarebbe arrivato a considerare l’idea di sciogliere i vertici, prima di attivarsi per trovare un metodo per ricucire le cose.I membri del cda, che torneranno a riunirsi lunedì nel primo pomeriggio, potrebbero però vedere tornare sul tavolo un’altra questione importante: il famoso “patto occulto“ che è costato le dimissioni al consigliere Bonadeo. La vicenda pareva chiusa dopo l’uscita di scena di quest’ultimo, avendo egli anche rinunciato alla cooptazione nel nuovo parlamentino dell’ente che si riunirà il 7 maggio. Ma le tensioni di venerdì in cda hanno riportato alla ribalta la questione, spingendo la presidenza a interrogarsi se forse quel “patto occulto“ non fosse più ampio di quanto creduto. Un argomento che avrà un suo peso e forse basterà a riportare la discussione su toni più sereni. In caso contrario, il confronto potrebbe precipitare in uno scontro a muso duro dagli esiti imprevedibili. Se, infatti, da ulteriori approfondimenti dovesse emergere il coinvolgimento di altre figure, la lista dei consiglieri dimissionari potrebbe allungarsi. Allo stesso modo, lo scioglimento dei vertici potrebbe essere un duro colpo per l’immagine dell’ente. LEGGI TUTTO