IN EVIDENZA
Landini: parte del Paese non sa che ci sono i referendum
Ascolta la versione audio dell’articolo1′ di lettura«C’è un problema di scarsa informazione. Finora le tv e i giornali non hanno fatto un’informazione, tante persone non sanno che c’è il referendum», «oggi siamo qui perché è importante informare le persone visto che non tutti lo stanno facendo. C’è una parte di Paese che non sa che ci sono i referendum». Lo ha detto il segretario della Cgil, Maurizio Landini, coi giornalisti al mercato di piazzale don Baroni a Lucca, prima tappa toscana oggi per invitare a votare Sì ai cinque referendum su lavoro e cittadinanza dell’8-9 giugno. «È importante esser qui, parlare per ricostruire una partecipazione, una democrazia»«Referendum perché per i giovani è un disastro»«Perché facciamo questi referendum? Perché per i giovani è un disastro, c’è una precarietà senza fine, ci sono salari troppo bassi, si muore sul lavoro. Quindi è il momento di provare a cambiare questa situazione». Così ancora Landini.Loading…«Quello che vogliamo fare è andare a ascoltare, anche ascoltare le critiche, perché è un momento in cui devi anche ricostruire un rapporto per provare a cambiare la situazione. Non è che abbiamo fatto tutte le cose giuste, bisogna essere onesti. Essere qui è un elemento di umiltà per ascoltare, per capire, per verificare se quello che stiamo facendo corrisponde ai bisogni delle persone». Per il segretario della Cgil «è importante fare questo lavoro in questo mese – ha anche detto – di contatto, di coinvolgimento, ascoltando le persone e invitando le persone a decidere. Poi, ognuno vota quello che ritiene più opportuno, noi ovviamente li invitiamo a votare ’sì’, ma ognuno usa la sua testa». LEGGI TUTTO
Pisa, al congresso cittadino primi schiaffi tra schleiniani e riformisti. Ceccanti ricorre: voto non valido
I punti chiaveAscolta la versione audio dell’articoloContrordine compagni, non si vota più. Anzi sì, si vota. Mentre a livello nazionale la segretaria del Pd Elly Schlein studia la possibile resa dei conti con la minoranza riformista sul piede di guerra dopo il fallimento del referendum contro il renziano Jobs Act in due step (assemblea nazionale a luglio per ribadire la linea e congresso anticipato a inizio 2026 per blindarsi oltre le elezioni politiche del 2027), un primo assaggio di ciò che potrebbe avvenire nei circoli dem ce lo dà Pisa. Dove il congresso del primo circolo per eleggere dopo oltre due anni di vacatio il segretario cittadino rischia di finire a carte bollate in tribunale. Una carica delicata, quella del segretario cittadino, in vista delle candidature per le elezioni del 2028 che potrebbero riportare a “casa” Pisa dopo 10 anni di guida centrodestra con il sindaco uscente e non più ricandidabile Michele Conti, della Lega.Il congresso pisano della discordia: i due elenchi e un testimone d’eccezione, Stefano CeccantiIl fattaccio avviene il giorno 10 giugno al congresso del circolo di S. Marco-Giusto per il rinnovo del livello comunale. E se voleva essere un colpo di mano senza troppa pubblicità da parte di alcuni, il caso ha voluto che ci fosse un iscritto d’eccezione: il costituzionalista Stefano Ceccanti, parlamentare del Pd per due legislature nonché uno degli estensori dello statuto del partito ai tempi della fondazione nel 2007. Ascoltiamolo, dalla lettera pubblicata sul quotidiano Il Tirreno e sui suo blog: «Prima per whatsapp e poi all’inizio dei lavori in persona la segretaria del circolo, l’unica legittimata a convocare, segnala che non esistono le condizioni giuridiche per procedere al voto, non essendoci un elenco condiviso degli aventi diritto al voto», scrive Ceccanti. Gli elenchi insomma sono due, uno certificato dalla commissione provinciale di garanzia e un altro vidimato successivamente dalla commissione per il congresso con in più 60 tessere (pare riconducibili a sostenitori di Biondi, molti dei quali di nazionalità albanese) che sono contestate dagli avversari in quanto non pagate o comunque pagate in ritardo: da qui la sospensione decisa dalla segretaria del circolo dopo una circolare in tal senso a tutti i circoli del segretario provinciale Oreste Sabatino. «Mi attengo dunque a tale comunicazione – continua Ceccanti – e abbandono la riunione per ripartire verso Roma. Giunto in stazione, sulla chat del circolo alcuni autoconvocati, nel dissenso della segretaria, annunciano di aver proceduto comunque al voto. Replico pertanto su whatsapp che se si intende fare con ciò una qualche forma di originale manifestazione politica lo si può certo fare, purché non si pretenda di dare valore giuridico ad un voto senza un elenco condiviso e non convocato dalla segretaria».Loading…Prima la sospensione, poi gli “autoconvocati” votano lo stesso: vince Biondi con 42 votiAlla fine nel circolo S. Marco-Giusto vince il candidato schleiniano Marco Biondi contro il candidato riformista Mario Iannella con 42 voti su 100 iscritti (5 i voti per Iannella e un astenuto). E Ceccanti ricorre, come la segretaria del circolo, ai garanti provinciali. Evidente che i sostenitori di Biondi – candidatura frutto dell’accordo degli schleiniani – candidatura frutto dell’accordo degli schleiniani con il gruppo vicino all’europarlamentare ed ex sindaco di Firenze Dario Nardella e agli organizzatori della lista civica Pisa al centro (che ha sostenuto il sindaco di centrodestra Conti) – si sono fatti prendere la mano finendo per risultare più realisti del re. Si racconta di urla e addirittura spintoni. I riformisti, va da sé, prendono la palla al balzo e denunciano un tentativo di “pulizia etnica”. «Spero che non sia il prodromo di quanto potrà accadere a livello nazionale nel Pd – è la polemica chiosa dello stesso Ceccanti -. La democrazia interna è merce rara di questi tempi e il Pd, pur con tutti i suoi difetti, è quello che in Italia la garantisce di più fin dalla nascita… Voglio sperare che una tale deriva sia arginata il prima possibile, comunque prima di ritrovarci tutti quanti sotto le macerie di un partito e della democrazia».Il sospetto dei riformisti: arginare la loro area in vista delle regionali d’autunnoIl sospetto dei riformisti è che si voglia arginare il più possibile la loro area anche in vista delle prossime regionali d’autunno: nel mirino ci sarebbe la ricandidatura dell’influente presidente del consiglio regionale Antonio Mazzeo, che in quanto al secondo mandato avrebbe bisogno di una deroga. Non è un mistero che la segretaria Elly Schlein vorrebbe candidare un uomo (o una donna) a lei più vicino al posto del governatore Eugenio Giani, al suo primo mandato, ma è anche vero che la sostituzione è politicamente complicata visto che Giani non ha intenzione di farsi indietro: se non è possibile sostituirlo è però possibile sostituire il “cerchio” attorno a lui. Si vedrà. Intanto, con una lettera spedita dal segretario Sabatino a Schlein e per conpscenza al responsabile organizzazione Igor Taruffi, il caso Pisa è già finito dritto sul tavolo del Nazareno. LEGGI TUTTO
Borsellino, esposta a Montecitorio la valigetta dell’attentato
Borsellino, esposta a Montecitorio la valigetta dell’attentato | Video Sky TG24 LEGGI TUTTO
Comunali in Trentino Alto Adige: il centrodestra punta a conquistare Bolzano
Ascolta la versione audio dell’articolo2′ di letturaDomenica 4 maggio gli elettori del Trentino Alto Adige sono chiamati alle urne per le elezioni comunali. Le due partite più interessanti si giocheranno a Bolzano e Trento, attualmente in mano al centrosinistra. Saranno in tutto 154 i Comuni trentini al voto il 4 maggio e in 82 casi si è presentata una sola lista. I Comuni di Capriana, Luserna e Madruzzo saranno commissariati, perché non si è candidato nessuno. Nei comuni fino a 3mila abitanti, che sono la maggioranza, il sindaco sarà eletto al primo turno. Nei 35 restanti il primo turno sarà decisivo solo se il candidato sindaco raccoglierà il 50% più uno dei voti.Il centrodestra prova a conquistare BolzanoA Bolzano il centrodestra sogna la conquista del municipio anche se con grande probabilità sarà necessario un ballottaggio per stabilire il successore di Renzo Caramaschi che guida una giunta di centrosinistra-Svp e che non si può ripresentare per aver raggiunto il limite dei mandati. Per la poltrona di primo cittadino si sfidano perciò per il centrosinistra l’attuale assessore comunale Juri Andriollo (che può contare sul sostegno di Pd, Verdi, Restart, Sinistra e una propria lista civica) e per il centrodestra Claudio Corrarati, per molti anni a capo del Cna altoatesino. Il Team K si è sfilato dal centrosinistra e lancia come candidato sindaco il giovane Matthias Cologna, mentre il vicepresidente del consiglio provinciale e assessore regionale Angelo Gennaccaro è candidato sindaco di La Civica. Simonetta Lucchi è invece la candidata di M5S e Pace e Diritti. La Svp punta sull’attuale vicesindaco Stephan Konder. Al probabile ballottaggio il 18 maggio saranno decisivi proprio i voti della Südtiroler Volkspartei. Salvo sorprese e clamorosi sorpassi, la strada sembra segnata, dopo l’accordo trovato con il governo Meloni sulla riforma dell’Autonomia e visto che la Svp in Provincia sta governando con il centrodestra.Loading…A Trento il centrosinistra punta alla riconfermaDiversa invece la situazione a Trento, dove l’attuale primo cittadino di centrosinistra, Franco Ianeselli, punta alla riconferma. A suo favore gioca il fatto che il centrodestra si presenta diviso: l’ufficializzazione della candidata di Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia, Ilaria Goio, è arrivata solo a ridosso del voto dopo mesi di trattative. All’inizio il Carroccio – che guida la Provincia autonoma con il leghista Maurizio Fugatti – spingeva per la discesa in campo di Mauro Giacca, imprenditore e patron del Calcio Trento, che però, dopo settimane di incertezza, non ha dato la sua disponibilità. Quindi Fratelli d’Italia ha messo sul tavolo il nome di Ilaria Goio, imprenditrice, già candidata alle elezioni provinciali del 2013 con la lista “Progetto Trentino”. Un nome che non ha convinto tutti e che è stato considerato un “diktat romano” da alcuni partiti della coalizione di centrodestra che governa la provincia di Trento: il Partito autonomista trentino tirolese (Patt), La Civica dell’assessore provinciale Mattia Gottardi e la “Lista Fugatti presidente” dell’assessore provinciale Achille Spinelli, che hanno presentato come candidato sindaco Andrea Demarchi, 26 anni, attivo nel mondo del volontariato, che nel 2020 si era candidato con il centrosinistra nella lista civica di Ianeselli.Ci sono poi Simonetta Gabrielli (Democrazia sovrana popolare), Giulia Bortolotti (Onda, Rifondazione Comunista e Movimento 5 Stelle), e Claudio Geat (ex Pd) sostenuto dalla lista Generazione Trento. LEGGI TUTTO
Bilaterale Meloni-Trump: una panchina tra gli aceri per trattare su guerra, armi e dazi
Ascolta la versione audio dell’articoloUna panchina di legno tra gli aceri nel cuore dell’Alberta ha fatto da sfondo all’incontro bilaterale tra Donald Trump e Giorgia Meloni prima del rientro a sorpresa a Washington del Presidente Usa, dopo neppure ventiquattr’ore dal suo arrivo. Meloni invece è rimasta, e oggi tirerà le somme di questo summit che ha visto la crisi mediorientale assoluta protagonista.I temi del colloquioCon Trump la Premier ha parlato «dei più recenti sviluppi in Iran» e della necessità di «riaprire la strada del negoziato» che è al centro anche della dichiarazione concordata con gli altri Grandi e che alla fine ha avuto il via libera anche del leader Usa. Meloni è poi tornata a insistere sulla necessità di spingere il più possibile su un immediato cessate il fuoco a Gaza.Loading…I daziAltro tema caldo al centro del colloquio, i dazi. Trump su questo aveva avuto nel pomeriggio un faccia a faccia con Ursula von der Leyen dove però non si è entrati nel merito ma si è comunque ribadito la volontà da parte sia degli Usa che della Ue di arrivare a un intesa prima del 9 luglio, quando torneranno in vigore le tariffe al 50% sui prodotti Ue importati negli States.Le spese per la difesaInfine le spese per la difesa. Il comunicato di Palazzo Chigi fa esplicito riferimento al vertice Nato della prossima settimana. L’intesa sul 5% del Pil (3,5 per spese militari in senso stretto e 1,5 per quelle destinate anche a infrastrutture) è ormai assodata. Meloni però punta a spalmare l’impegno finanziario in un decennio e in modo flessibile (ossia permettendo diverse allocazioni di anno in anno) . La Francia è sulla stessa posizione e il cancelliere tedesco Merz così come il Primo ministro britannico, Keir Starmer – con ciascuno dei quali la Premier aveva avuto un incontro bilaterale – hanno manifestato la disponibilità a sostenerla. Ma è chiaro che il tassello decisivo è il via libera statunitense. Palazzo Chigi però al momento preferisce evitare di rendere pubblico il verdetto consegnatole da Trump sulla panchina di Kananastis. LEGGI TUTTO
Landini: parte del Paese non sa che ci sono i referendum
Ascolta la versione audio dell’articolo1′ di lettura«C’è un problema di scarsa informazione. Finora le tv e i giornali non hanno fatto un’informazione, tante persone non sanno che c’è il referendum», «oggi siamo qui perché è importante informare le persone visto che non tutti lo stanno facendo. C’è una parte di Paese che non sa che ci sono i referendum». Lo ha detto il segretario della Cgil, Maurizio Landini, coi giornalisti al mercato di piazzale don Baroni a Lucca, prima tappa toscana oggi per invitare a votare Sì ai cinque referendum su lavoro e cittadinanza dell’8-9 giugno. «È importante esser qui, parlare per ricostruire una partecipazione, una democrazia»«Referendum perché per i giovani è un disastro»«Perché facciamo questi referendum? Perché per i giovani è un disastro, c’è una precarietà senza fine, ci sono salari troppo bassi, si muore sul lavoro. Quindi è il momento di provare a cambiare questa situazione». Così ancora Landini.Loading…«Quello che vogliamo fare è andare a ascoltare, anche ascoltare le critiche, perché è un momento in cui devi anche ricostruire un rapporto per provare a cambiare la situazione. Non è che abbiamo fatto tutte le cose giuste, bisogna essere onesti. Essere qui è un elemento di umiltà per ascoltare, per capire, per verificare se quello che stiamo facendo corrisponde ai bisogni delle persone». Per il segretario della Cgil «è importante fare questo lavoro in questo mese – ha anche detto – di contatto, di coinvolgimento, ascoltando le persone e invitando le persone a decidere. Poi, ognuno vota quello che ritiene più opportuno, noi ovviamente li invitiamo a votare ’sì’, ma ognuno usa la sua testa». LEGGI TUTTO
Pisa, al congresso cittadino primi schiaffi tra schleiniani e riformisti. Ceccanti ricorre: voto non valido
I punti chiaveAscolta la versione audio dell’articoloContrordine compagni, non si vota più. Anzi sì, si vota. Mentre a livello nazionale la segretaria del Pd Elly Schlein studia la possibile resa dei conti con la minoranza riformista sul piede di guerra dopo il fallimento del referendum contro il renziano Jobs Act in due step (assemblea nazionale a luglio per ribadire la linea e congresso anticipato a inizio 2026 per blindarsi oltre le elezioni politiche del 2027), un primo assaggio di ciò che potrebbe avvenire nei circoli dem ce lo dà Pisa. Dove il congresso del primo circolo per eleggere dopo oltre due anni di vacatio il segretario cittadino rischia di finire a carte bollate in tribunale. Una carica delicata, quella del segretario cittadino, in vista delle candidature per le elezioni del 2028 che potrebbero riportare a “casa” Pisa dopo 10 anni di guida centrodestra con il sindaco uscente e non più ricandidabile Michele Conti, della Lega.Il congresso pisano della discordia: i due elenchi e un testimone d’eccezione, Stefano CeccantiIl fattaccio avviene il giorno 10 giugno al congresso del circolo di S. Marco-Giusto per il rinnovo del livello comunale. E se voleva essere un colpo di mano senza troppa pubblicità da parte di alcuni, il caso ha voluto che ci fosse un iscritto d’eccezione: il costituzionalista Stefano Ceccanti, parlamentare del Pd per due legislature nonché uno degli estensori dello statuto del partito ai tempi della fondazione nel 2007. Ascoltiamolo, dalla lettera pubblicata sul quotidiano Il Tirreno e sui suo blog: «Prima per whatsapp e poi all’inizio dei lavori in persona la segretaria del circolo, l’unica legittimata a convocare, segnala che non esistono le condizioni giuridiche per procedere al voto, non essendoci un elenco condiviso degli aventi diritto al voto», scrive Ceccanti. Gli elenchi insomma sono due, uno certificato dalla commissione provinciale di garanzia e un altro vidimato successivamente dalla commissione per il congresso con in più 60 tessere (pare riconducibili a sostenitori di Biondi, molti dei quali di nazionalità albanese) che sono contestate dagli avversari in quanto non pagate o comunque pagate in ritardo: da qui la sospensione decisa dalla segretaria del circolo dopo una circolare in tal senso a tutti i circoli del segretario provinciale Oreste Sabatino. «Mi attengo dunque a tale comunicazione – continua Ceccanti – e abbandono la riunione per ripartire verso Roma. Giunto in stazione, sulla chat del circolo alcuni autoconvocati, nel dissenso della segretaria, annunciano di aver proceduto comunque al voto. Replico pertanto su whatsapp che se si intende fare con ciò una qualche forma di originale manifestazione politica lo si può certo fare, purché non si pretenda di dare valore giuridico ad un voto senza un elenco condiviso e non convocato dalla segretaria».Loading…Prima la sospensione, poi gli “autoconvocati” votano lo stesso: vince Biondi con 42 votiAlla fine nel circolo S. Marco-Giusto vince il candidato schleiniano Marco Biondi contro il candidato riformista Mario Iannella con 42 voti su 100 iscritti (5 i voti per Iannella e un astenuto). E Ceccanti ricorre, come la segretaria del circolo, ai garanti provinciali. Evidente che i sostenitori di Biondi – candidatura frutto dell’accordo degli schleiniani – candidatura frutto dell’accordo degli schleiniani con il gruppo vicino all’europarlamentare ed ex sindaco di Firenze Dario Nardella e agli organizzatori della lista civica Pisa al centro (che ha sostenuto il sindaco di centrodestra Conti) – si sono fatti prendere la mano finendo per risultare più realisti del re. Si racconta di urla e addirittura spintoni. I riformisti, va da sé, prendono la palla al balzo e denunciano un tentativo di “pulizia etnica”. «Spero che non sia il prodromo di quanto potrà accadere a livello nazionale nel Pd – è la polemica chiosa dello stesso Ceccanti -. La democrazia interna è merce rara di questi tempi e il Pd, pur con tutti i suoi difetti, è quello che in Italia la garantisce di più fin dalla nascita… Voglio sperare che una tale deriva sia arginata il prima possibile, comunque prima di ritrovarci tutti quanti sotto le macerie di un partito e della democrazia».Il sospetto dei riformisti: arginare la loro area in vista delle regionali d’autunnoIl sospetto dei riformisti è che si voglia arginare il più possibile la loro area anche in vista delle prossime regionali d’autunno: nel mirino ci sarebbe la ricandidatura dell’influente presidente del consiglio regionale Antonio Mazzeo, che in quanto al secondo mandato avrebbe bisogno di una deroga. Non è un mistero che la segretaria Elly Schlein vorrebbe candidare un uomo (o una donna) a lei più vicino al posto del governatore Eugenio Giani, al suo primo mandato, ma è anche vero che la sostituzione è politicamente complicata visto che Giani non ha intenzione di farsi indietro: se non è possibile sostituirlo è però possibile sostituire il “cerchio” attorno a lui. Si vedrà. Intanto, con una lettera spedita dal segretario Sabatino a Schlein e per conpscenza al responsabile organizzazione Igor Taruffi, il caso Pisa è già finito dritto sul tavolo del Nazareno. LEGGI TUTTO