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La nuova Forza Italia apre la caccia al centro e ai cattolici. E nel pantheon spunta il giovane santo Carlo Acutis
Ascolta la versione audio dell’articoloLinguaggio che ha vinto non si cambia. Torna all’antico la “nuova” Forza Italia, modellata negli incontri del leader Antonio Tajani con i figli di Silvio Berlusconi, Marina e Pier Silvio e prossima al debutto ufficiale con il Manifesto della Libertà che sarà presentato alla kermesse di Telese Terme in programma dal 26 al 28 settembre. Torna al sogno liberale con cui il Cavaliere stregò un pezzo di Paese nel 1994 e ai valori rivendicati a più riprese come irrinunciabili, ossia liberalismo, euroatlantismo e moderazione. Che ora saranno applicati alle nuove sfide, nel tentativo di sganciare il partito dalla morsa potenzialmente letale con il “sovranismo gentile” verso il quale Giorgia Meloni sta traghettando Fratelli d’Italia. E di spalancare le porte a tutti i centristi delusi, a partire dai cattolici.Fisco, casa e sanità al centro dell’agenda«La Festa di Fi a Telese Terme in programma il prossimo fine settimana sarà tutta dedicata a una parola, la parola “libertà”, perché presenteremo il Manifesto della Libertà, ovvero l’attualizzazione e l’aggiornamento del pensiero del nostro fondatore Silvio Berlusconi che ci ha guidato dal 1994 a oggi», ha spiegato oggi Tajani dalla sede nazionale del partito lanciando la manifestazione. «Da allora i valori sono sempre gli stessi, ma i temi sono cambiati». Anche se l’agenda citata non sembra tanto diversa dalle origini: fisco, sicurezza, sanità, giustizia (la riforma con la separazione delle carriere arrivata al terzo sì in Parlamento galvanizza il partito). Se Fi intende distinguersi nella coalizione per la difesa dei diritti (lo ius scholae è solo accantonato) e l’europeismo senza se e senza ma. E se il riferimento chiave in campo economico resta «l’economia sociale di mercato» cara a Berlusconi, ancorata a uno slogan più popolare che mai: «Nessuno sarà lasciato indietro».Loading…Nel pantheon De Gasperi e Thatcher ma anche il santo Carlo AcutisMa libertà da cosa e da chi, in un mondo dove l’ordine sembra sconvolto, le guerre sono arrivate a sessanta e il riferimento statunitense traballa? «La libertà di essere curati, di avere un posto di lavoro senza dover andare all’estero, di poter avere dei figli con il sostentamento necessario, di avere una casa», ha detto Gianfranco Librandi. Nel pantheon a cui Forza Italia vuole ispirarsi, oltre a Berlusconi, Tajani ha elencato figure scontate – lo statista democristiano Alcide De Gasperi, i padri fondatori dell’Europa, Robert Schuman e Konrad Adenauer, la lady di ferro britannica Margaret Thatcher, il carabiniere eroe Salvo D’Acquisto che si sacrificò per salvare la vita da 22 civili nelle mani dei nazisti – e nuovi punti di riferimento. Come Mogol, che a Telese si esibirà (l’altro ospite musicale sarà il neomelodico napoletano Gigi Finizio), e il giovane santo Carlo Acutis. «Figure positive di riferimento – ha sottolineato Tajani – che sono espressione di quella battaglia per la libertà che per noi è fondamentale».L’appello ai centristi (e ai cattolici) di sinistraSimboli di conoscenza laica, come Ulisse, e cattolici che parlano al cuore dei ragazzi: in questo spaziare, l’operazione si rivela per quel che politicamente è. Una caccia al centro aggiornata, rivisitata, per nulla nascosta, pronta ad approfittare delle divisioni a sinistra e dei malumori tra i cattolici che gravitano dentro e attorno al Pd. A Roma Tajani ha ripetuto ciò che aveva già detto mercoledì dal palco di Ancona: «Forza Italia vuole essere protagonista nel centrodestra, ma si candida a raccogliere anche quegli elettori che in passato hanno votato il centrosinistra convinti che ci fosse un centro pure nello schieramento alternativo al nostro. Ma, viste le scelte attuate da Pd, M5S e Avs, la sinistra ormai è solo sinistra, è sempre più estrema sinistra e sempre meno centrosinistra. A quegli elettori che non si riconoscono più nel centrosinistra dico che c’è un centro ancora in grado di garantirvi la possibilità di battervi per idee e valori nei quali credete. Quel centro siamo noi».La campagna acquisti anche a destraNel frattempo, Fi non disdegna la campagna acquisti a destra, come dimostra l’ultimo “furto” a Noi Moderati del deputato campano Pino Bicchielli, che ha portato dai 44 iniziali a 52 (+18%) il numero di azzurri alla Camera, per la gioia del capogruppo Paolo Barelli e i dolori del numero uno di Nm, Maurizio Lupi, che teme altri scippi. Bicchielli è soltanto l’ultimo di una lunga serie: dalla Lega sono arrivati Nino Minardo, presidente della commissione Difesa, e Davide Bellomo. Altri hanno dismesso la casacca da Azione, tra cui Enrico Costa, e dal M5S. LEGGI TUTTO


Ascesa e declino di 23andMe
Fino a qualche anno fa 23andMe era considerata una delle più promettenti e ricche aziende per i test genetici, nata con la promessa di offrire sistemi innovativi per prevedere l’insorgenza di particolari malattie. Oggi le sue condizioni sono talmente precarie da indurre chi ha cause legali con la società ad abbassare le proprie pretese di risarcimento pur di avere qualche soldo. È quello che è successo lo scorso settembre a un gruppo di clienti di 23andMe, che per risolvere una causa legata alla diffusione di dati personali – una vicenda risalente al 2023 e che aveva portato a grandi critiche nei confronti dell’azienda – alla fine ha chiesto 30 milioni di dollari, molto meno di quanto ipotizzato inizialmente, proprio nel timore che in tempi brevi la società possa essere venduta o non abbia più le risorse per pagare.La notizia è stata ampiamente ripresa sui giornali ed è vista come uno dei segni più tangibili della crisi di 23andMe. La società ha perso infatti buona parte del proprio valore in borsa, passando da circa 6 miliardi a meno di 150 milioni di dollari, e fatica a raccogliere nuovi clienti e contratti. Senza nuove idee, la sua cofondatrice Anne Wojcicki potrebbe non essere in grado di salvarla, dopo 20 anni di grandi promesse e risultati spesso deludenti.
L’alternarsi di successi, enormi investimenti e grandi perdite, con licenziamenti di massa e le dimissioni di vari membri del consiglio di amministrazione, sono nella storia di molte aziende tecnologiche della Silicon Valley, ma nel caso di 23andMe sono ancora più peculiari perché interessano un settore in cui sono state riposte grandi speranze sia da parte degli investitori sia dei clienti. Le aziende che si occupano di salute hanno cercato di sfruttare più di altre le evoluzioni tecnologiche offerte da Internet per offrire servizi innovativi, ingrandirsi e raccogliere gigantesche quantità di dati, spesso sfruttando i vuoti legislativi lasciati da leggi ormai datate.
23andMe esiste dal 2006, quando fu fondata da Wojcicki insieme a Linda Avey e a Paul Cusenza, che uscì quasi subito dall’iniziativa. Dopo essersi laureata in biologia alla Yale University, nel 1996 Wojcicki aveva iniziato a lavorare come consulente per alcuni fondi di investimento nel settore dell’assistenza sanitaria. Raccontò in seguito di non averne avuto una grande impressione: molte società avevano il solo scopo di produrre e offrire trattamenti medici molto costosi per ottenere il massimo dei rimborsi dalle assicurazioni sanitarie, che gestiscono buona parte dell’accessibilità alle cure negli Stati Uniti. 23andMe nasceva quindi con l’idea di scardinare alcuni di quei modelli di gestione dell’assistenza sanitaria, puntando su metodi innovativi per l’analisi dei dati per la salute. Una conoscenza fortuita favorì il piano.
In quegli anni Wojcicki aveva conosciuto Sergey Brin e Larry Page, i due cofondatori di Google che avevano preso in affitto il garage di Susan Wojcicki come loro prima sede della startup che stava sviluppando il motore di ricerca. Susan era sorella di Anne e avrebbe poi avuto un ruolo nell’azienda, diventandone una delle più importanti dirigenti e la responsabile di YouTube.
Tra Brin e Anne Wojcicki era iniziata una relazione e quest’ultima aveva scoperto che Avey stava pensando a sistemi innovativi per offrire a tutti test genetici come sistema di prevenzione per alcune malattie. Wojcicki era interessata all’idea e disse ad Avey che avrebbero potuto collaborare per mettere in piedi una startup. Avey accettò, pensando che Wojcicki fosse il collegamento ideale con Brin e quindi con Google per avere risorse e visibilità.
Fu in effetti Brin a investire i primi milioni di dollari in 23andMe, a facilitare la ricerca di altri investitori e a valutare l’assunzione di alcuni dipendenti. La scelta del nome derivava dalle 23 paia di cromosomi presenti nel nucleo delle cellule dell’organismo umano in cui è raccolto il materiale genetico di ogni persona. Nel 2007, poche settimane dopo il matrimonio tra Brin e Wojcicki, Google annunciò un importante investimento nella società, che divenne molto discussa e guardata con interesse da altri fondi di investimento.
L’idea alla base dei servizi di 23andMe era semplice e al tempo stesso ambiziosa. Attraverso il sito dell’azienda si acquista un kit per l’esame del DNA che viene spedito a casa, il cliente sputa in una provetta e la manda a 23andMe che ne analizza il contenuto. Sulla base delle informazioni genetiche raccolte dalla saliva, la società mostra poi al proprio cliente quello che ha scoperto, dalla presenza di geni che indicano il maggior rischio di ammalarsi di qualcosa a una sorta di albero genealogico che mostra la propria discendenza su base geografica.Grazie alla grande visibilità data dal coinvolgimento di Google, migliaia di persone inviarono i loro sputi a 23andMe, ricevendo in cambio informazioni genetiche di ogni tipo come la predisposizione a soffrire di calvizie o di obesità e informazioni più particolari come le cause genetiche della consistenza del proprio cerume. Wojcicki si fece notare anche per l’organizzazione di feste in cui ospiti come il miliardario Rupert Murdoch o il produttore cinematografico Harvey Weinstein venivano invitati a sputare nelle provette per sottoporsi ai test.
Anche grazie a questi eventi 23andMe era riuscita a far parlare di sé, ma il prezzo di 399 dollari per ogni kit era comunque troppo alto per rendere di massa i test genetici. Nel 2009 Wojcicki pensò che uno degli ostacoli alla crescita dell’azienda fosse Avey, che da genetista aveva un approccio più cauto e conservativo nella promozione di ciò che effettivamente si poteva ottenere con un test. Nella maggior parte dei casi, avere uno o più geni riconducibili a una malattia non significa che prima o poi si svilupperà quella malattia: altre variabili genetiche, stili di vita e fattori ambientali hanno un ruolo altrettanto importante. Nei propri “Termini e condizioni” 23andMe chiariva questi aspetti, che però non trasparivano molto dalla comunicazione sulla possibilità di avere grafici e stime sulla presenza di geni noti per essere associati a certe malattie.
Wojcicki ottenne che Avey venisse estromessa dalla società, diventandone in questo modo l’unica figura di spicco. Le conoscenze maturate in quel periodo le permisero di entrare in contatto con il miliardario Yuri Milner che fece un grande investimento in 23andMe, tale da permettere all’azienda di vendere i test del DNA a 99 dollari.
La forte riduzione del prezzo e una prima campagna pubblicitaria in tutti gli Stati Uniti attirarono l’attenzione della Food and Drug Administration (FDA), l’agenzia statunitense che si occupa tra le altre cose di farmaci e test diagnostici. La versione del test per scopi sanitari non aveva le autorizzazioni necessarie per essere venduta e la FDA ne bloccò le vendite, riducendo le possibilità di espansione della società.
Furono necessari circa due anni prima che 23andMe producesse tutta la documentazione necessaria per ricevere un’autorizzazione da parte della FDA. L’operazione richiese milioni di dollari, ma infine rese possibile la vendita dei kit senza particolari limitazioni e in pochi anni i clienti diventarono circa otto milioni.
Wojcicki puntò molto sulla promozione della parte legata ai test per la discendenza, venduti come uno strumento per scoprire da quali aree geografiche provenissero i propri avi, anche se queste ricostruzioni sono soggette a numerosi errori e approssimazioni. Questo ambito offriva qualche sicurezza in più rispetto a quello dei geni e delle malattie, sul quale comunque l’azienda continuava a fornire servizi e a effettuare ricerche.
Sergey Brin e Anne Wojcicki a un evento di 23andMe a New York nel 2008, la coppia ha divorziato nel 2015 (Donald Bowers/Getty Images for The Weinstein Company)
Questa strategia commerciale permise a 23andMe di superare alcune difficoltà economiche sorte negli anni in cui non poteva vendere i propri kit per via delle limitazioni imposte dall’FDA, ma segnalò anche la spregiudicatezza di Wojcicki nel gestire una società che ha a che fare con la salute. La FDA impose a 23andMe di non fornire informazioni sulla presenza di varianti genetiche che potrebbero far aumentare il rischio di ammalarsi di alcuni tipi di cancro, così come di non fornire informazioni su quali farmaci potrebbero funzionare meglio in base ai profili genetici.
23andMe stava comunque raccogliendo un’enorme mole di dati sulle caratteristiche genetiche di milioni di persone e Wojcicki pensò di sfruttarle in altro modo, offrendo servizi per analisi di massa alle aziende farmaceutiche. Nel 2018 fu stretto un accordo con GSK per l’utilizzo in esclusiva dei dati per cinque anni, ma trovare altre società interessate a collaborare con 23andMe si rivelò più difficile del previsto. GSK nel 2023 ha esteso la propria collaborazione per un anno, attraverso un contratto aggiuntivo da 20 milioni di dollari, ma ultimamente 23andMe non ha più annunciato nuovi accordi con altre aziende.
I clienti che hanno inviato i loro sputi alla società possono scegliere se metterli a disposizione per attività di ricerca o mantenerli privati, ma 23andMe è stata criticata spesso per il modo in cui gestisce i dati degli utenti. In particolare sono emersi problemi di sicurezza, divenuti evidenti nel 2023 con il furto dei dati di sette milioni di persone, circa la metà degli utenti dell’azienda. E proprio da quella violazione dei dati sarebbe poi partita l’iniziativa legale per la quale c’è ora la proposta di una risoluzione con un risarcimento da 30 milioni di dollari.
Appena due anni prima della perdita dei dati, 23andMe si era quotata in borsa, approfittando di un periodo in cui c’era un grande interesse per le società che promettevano di aumentare il proprio valore grazie a offerte pubbliche di acquisto miliardarie. Nel febbraio del 2021 il prezzo di una singola azione raggiunse i 321 dollari, ma a partire dal 2022 23andMe iniziò un rapido declino in borsa perdendo buona parte del proprio valore. Oggi un’azione vale poco meno di 5 dollari e anche per questo ci sono forti dubbi sulla capacità dell’azienda di rilanciare le proprie attività.
L’andamento delle azioni di 23andMe da quando è in borsa (Google)
Secondo gli analisti il rapido declino di 23andMe in borsa è dipeso sia dallo sgonfiarsi della bolla legata ai servizi per la salute nella Silicon Valley, sia da alcune scelte commerciali poco efficaci dell’azienda. La divisione dedicata alla ricerca di nuove terapie non ha mai portato a risultati soddisfacenti, anche a causa dello scarso coinvolgimento delle grandi aziende farmaceutiche. Nel 2022 23andMe aveva assunto 150 persone per provvedere allo sviluppo di nuovi farmaci, ma l’investimento si è rivelato troppo oneroso, tanto da portare in breve tempo al licenziamento di circa metà delle persone coinvolte in quelle attività.
Un altro punto debole di 23andMe è stato a lungo il modello basato sul singolo acquisto di un kit, che espone l’azienda alle oscillazioni della domanda, che è sensibilmente diminuita negli ultimi anni. Per provare a superare questa impostazione l’azienda offre da qualche tempo 23andMe+, un servizio in abbonamento per ricevere periodicamente rapporti personalizzati sulla propria salute, consigli per vivere meglio e dettagli su non meglio specificate future scoperte. La sottoscrizione dell’abbonamento ha un costo iniziale di 229 dollari e c’è poi una spesa annuale di 69 dollari.
23andMe+ ha raccolto poche centinaia di migliaia di adesioni, senza diventare determinante per la società. Nel 2021 23andMe aveva previsto 2,9 milioni di abbonamenti entro la fine di marzo 2024, ma ha chiuso il 2023 con 640 mila abbonati scesi a 562mila nei primi mesi di quest’anno.
A novembre del 2023 23andMe ha poi presentato Total Health, un nuovo piano in abbonamento che costa quasi 1.200 dollari all’anno e che promette di offrire test genetici più approfonditi, oltre a una serie di servizi per effettuare esami di laboratorio e ricevere consulenze mediche. Il piano non è al momento coperto dalle assicurazioni ed è quindi completamente a carico dei singoli clienti, che al momento non sembrano essere interessati. Il punto di ingresso per la maggior parte di loro è del resto il test nella sua versione classica ed economica, che offre però informazioni generiche e spesso deludenti, di conseguenza non incentiva molto il passaggio alle versioni più costose.
Tra le altre cose, Total Health viene promosso come un sistema per invecchiare meglio e più lentamente (23andMe)
Gli abbonamenti e i nuovi servizi per ora non sono stati sufficienti per rinvigorire gli affari di 23andMe, che da quando è stata fondata non ha mai prodotto utili e che lo scorso anno ha licenziato circa un quarto dei propri dipendenti, proprio per ridurre le spese. Le condizioni precarie dell’azienda hanno spinto Wojcicki a proporre di togliere dal mercato azionario l’azienda, ma l’offerta di acquisto per azione – circa 0,40 dollari rispetto ai 10 di quando fu quotata – non solo non ha convinto gli investitori, ma ha anche portato alle dimissioni dell’intero consiglio di amministrazione. I suoi componenti hanno accusato Wojcicki di non avere presentato una proposta credibile e si sono lamentati di non potere fare nulla, visto che Wojcicki ha la quantità di azioni necessaria per vincolare ogni decisione al proprio voto nel consiglio.
Alla fine della scorsa settimana 23andMe ha proposto di ridurre il numero di azioni in possesso dei suoi investitori, in modo da fare aumentare il valore di ogni singola azione. È una procedura che viene talvolta seguita dalle aziende in difficoltà e che rischiano di uscire da alcuni listini azionari, in questo caso lo statunitense NASDAQ. In mancanza di una ripresa significativa del valore azionario, 23andMe potrebbe essere esclusa dal listino a novembre.
Nel frattempo Wojcicki ha iniziato a fare proposte ad alcuni fondi di investimento, annunciando l’intenzione della società di potenziare il modello di condivisione dei dati raccolti dai propri utenti con aziende del settore farmaceutico e delle biotecnologie. Non è però chiaro se possa esserci un effettivo interesse per quei dati, considerato che negli ultimi anni sono diventati disponibili a prezzi più accessibili registri con l’intero genoma, cioè tutto il DNA che si trova all’interno di una cellula, rispetto a dati più frammentari come quelli raccolti da 23andMe.
Le notizie poco incoraggianti sull’andamento della società hanno inoltre avuto un effetto negativo sulle vendite dei kit e degli altri servizi, più che altro per una ridotta fiducia nei sistemi di gestione dei dati dell’azienda. La diffidenza deriva dall’incertezza sulla gestione dei dati nel caso di fallimento o vendita della società, considerato che contengono informazioni sensibili e legate alla salute dei clienti. La società dice che continuerà a mantenere la propria politica per cui i dati possono essere condivisi solo con un consenso dei diretti interessati, e che questa regola sarà mantenuta anche nel caso di una vendita, ma il trasferimento dei dati in sé verso la società acquirente sarebbe comunque un cambiamento a cui pochi clienti avrebbero pensato mentre sputavano in un’innocente provetta quasi vent’anni fa. LEGGI TUTTO

Il contagio globale: Berlino chiude, Londra rimanda (ancora) la stretta
Nonostante la situazione di Omicron nel Regno Unito sia «estremamente difficile», come ammesso dallo stesso Boris Johnson, con oltre 91mila contagi in un giorno e gli ospedali sotto pressione, il governo inglese prende tempo e non adotta nuove restrizioni. Nessun lockdown per il momento, nonostante gli esperti lo abbiano sollecitato.Ma il premier britannico non esclude ulteriori azioni nei prossimi giorni per contenere la diffusione della variante, i cui dati vengono monitorati «ora per ora». Dell’emergenza si è parlato ieri nel corso di una riunione ad hoc del consiglio dei ministri, al termine della quale il capo di Downing Street ha raccomandato cautela ai britannici, incoraggiandoli ancora una volta a vaccinarsi. Prima di Natale, dunque, si dovrebbero escludere ulteriori restrizioni. Si procede per ora con quelle già introdotte, come l’obbligo di indossare la mascherine sui mezzi pubblici e nei luoghi chiusi.La Gran Bretagna non è l’unico Paese a dover correre ai ripari per contenere il virus, alimentato dalla nuova variante molto più contagiosa della Delta. Gran parte dell’Europa è in allarme per l’impennata dei casi. In Germania il nuovo giro di vite potrebbe arrivare subito dopo le feste, forse già dal 28 dicembre. Se ne parlerà oggi al vertice tra governo federale ed i governatori dei Laender. Secondo le anticipazioni dei media tedeschi le restrizioni riguarderanno tutti i cittadini, anche i vaccinati e i guariti. Saranno chiuse le discoteche e i locali al chiuso, mentre ancora si discute delle misure da adottare per i grandi eventi sportivi: ferme le regole del «2G» e «2G+» (accesso solo a vaccinati e guariti con in più, in certi casi, l’obbligo di tampone), potrebbe essere decisa la riduzione delle capienze dal 30 al 50% e l’annullamento completo nelle zone dall’indice di contagio particolarmente alto. Nella bozza del documento che sarà discusso oggi si afferma che Omicron presenta «una rapidità di diffusione senza precedenti» che fa temere una forte sovraccarico delle strutture sanitarie. Dopo la conferenza Stato-Laender il testo uscirà probabilmente modificato, ma stando a quello trapelato ieri dal 28 dicembre si potranno incontrare privatamente «al massimo dieci persone, sia in ambienti esterni che interni». Una stretta in vista del Capodanno, dunque. Se sarà presente una persona non vaccinata, sarà possibile unire al massimo due nuclei familiari. «Ci occuperemo anche di limitazioni dei contatti privati dei vaccinati», ha confermato il cancelliere tedesco Olaf Scholz.Per contenere la variante, l’Austria ha deciso invece di limitare l’ingresso solo alle persone che hanno ricevuto la terza dose o a coloro che si sono vaccinati o sono guariti negli ultimi sei mesi (con l’aggiunta di un tampone molecolare negativo). Chi è senza tampone sarà posto in quarantena, finché non lo presenterà. Sono previste eccezioni per le donne in gravidanza, per chi non si può immunizzare per motivi sanitari e per i frontalieri. Il governatore del Land di Salisburgo, Wilfried Haslauer, ha annunciato intanto l’obbligo del controllo della regola del 2G (che prevede l’accesso ai luoghi pubblici solo per vaccinati o guariti) nel commercio al dettaglio, esclusi alimentari e farmacie. L’Olanda, invece, dove da mesi era saltata ogni restrizione, è tornata in lockdown. Il primo Paese in Europa a chiudere di nuovo tutto.Dall’altra parte dell’oceano, è a rischio la tradizionale festa di capodanno di Times Square, a New York: una decisione sarà presa prima di Natale, ha annunciato l’amministrazione della Grande Mela. LEGGI TUTTO




Ballottaggio ad Aosta, l’autonomista Rocco nuovo sindaco per soli 15 voti
Ascolta la versione audio dell’articoloPer soli 15 voti Raffaele Rocco, 63 anni, ingegnere e dirigente regionale dei lavori pubblici, è il nuovo sindaco di Aosta. Vicesindaco è l’avvocato Valeria Fadda. Erano sostenuti dalle forze autonomiste (Union Valdôtaine, Stella Alpina, Rassemblement Valdôtain e Pour l’Autonomie), dalla lista civica Rev e dal Partito democratico. Al ballottaggio hanno ottenuto il 50,06% dei voti (6.420) mentre i loro avversari, l’imprenditore Giovanni Girardini come sindaco e Sonia Furci come vicesindaco, espressione del centrodestra che puntava alla rivincita sugli autonomisti dopo la recente sconfitta alle regionali, hanno avuto il 49,94% (6.405). Al primo turno Rocco aveva ottenuto il 45,29% e Girardini il 42,69%.Alle urne sono chiamati 28.590 cittadini. Per il turno di ballottaggio l’affluenza è stata del 45,7% (pari a 13.071 elettori). Al ballottaggio del 2020 aveva votato il 45,93%.Loading…Dalle ultime elezioni regionali di domenica 28 settembre è emersa una chiara maggioranza, dell’Union Valdôtaine e del Centro autonomista che dovrà valutare nelle prossime settimane se confermare un’alleanza con il Partito democratico oppure tentare un allargamento alla parte più moderata del centrodestra (Forza Italia, in primis). Decisioni cruciali che dipenderanno anche dai risultati del “cantiere” politico di Aosta. LEGGI TUTTO




Riunione Bce a Firenze, Mattarella: “L’Ue trovi slancio e coraggio, è urgente accelerare”
A Palazzo Corsini di Firenze è in corso la riunione del Consiglio direttivo della Banca centrale europea. Oltre alla presidente Christine Lagarde, ha presenziato nel pomeriggio anche il capo dello Stato Sergio Mattarella, che ha elogiato il ruolo dell’Ue. “L’Europa dispone di risorse umane e materiali straordinarie, ampiamente consistenti e di grande qualità”, ha detto il presidente della Repubblica, ma “occorre ritrovare lo slancio e il coraggio che animarono i grandi passaggi istituzionali del processo di integrazione europea fino all’adozione della moneta unica. È urgente accelerare”. Lagarde ha ricordato il “lo straordinario percorso e la costante dedizione al benessere del popolo italiano” da parte di Mattarella, in grado di “dar voce alle sfide che l’Europa si trova ad affrontare”.
Mattarella: “L’Ue ha le carte in regola per restare protagonista”
Per Sergio Mattarella, “l’Europa dispone di risorse umane e materiali straordinarie, ampiamente consistenti e di grande qualità”. Non solo: “Ha le carte in regola per restare protagonista e competitiva, potendo così garantire un futuro di benessere ai suoi cittadini. Ha sviluppato meccanismi di protezione sociale che assicurano cure e assistenza sanitaria, tutelando le persone dalle avversità economiche. Rimane un baluardo della democrazia, delle libertà fondamentali e dello Stato di diritto e ha il dovere di contribuire allo sviluppo di un ordine internazionale fondato sulla pace e sulla dignità delle persone”. Inoltre, “non va ignorato come l’Ue stia tuttora operando in questa direzione con l’ampliamento e lo sviluppo di una rete di libero scambio commerciale con grandi aree del mondo, dal Nord America all’America Latina, all’Asia facendo sorgere, in tal modo, interessi comuni e obiettivi condivisi, la base cioè più solida per la pace, come insegna la storia”.
Mattarella: “L’Ue trovi slancio e coraggio, è urgente accelerare”
“Occorre ritrovare lo slancio e il coraggio che animarono i grandi passaggi istituzionali del processo di integrazione europea fino all’adozione della moneta unica. È urgente accelerare. Gli strumenti sono ben noti. Ne hanno parlato anche Giovanni de’ Medici e Niccolò Machiavelli nel colloquio immaginario che ha citato. Occorre realizzarli con determinazione e in tempi certi, per accrescere l’integrazione politica ed economica del Continente, che consenta ai suoi Paesi membri di tornare a crescere e a guardare al futuro con rinnovata fiducia di poter essere protagonisti della vita internazionale”, ha sottolineato Mattarella. “La politica monetaria per la stabilità dei prezzi rientra nella vostra competenza, nella comprensione della complessità del contesto in cui si inserisce. Non a caso avete ritenuto che costituisca parte della vostra missione far sì che l’Eurosistema tenga pienamente conto, nelle sue strategie, delle implicazioni dei cambiamenti climatici e della transizione in materia energetica. Si tratta di temi di grande rilievo”, ha evidenziato il capo dello Stato.
Mattarella: “La Bce ha assolto con successo il proprio mandato”
“La Bce ha assolto con successo il proprio mandato, anche nei momenti difficili, operando con indipendenza, con senso di responsabilità, con riconosciuta integrità, al servizio dei cittadini europei”, ha detto il presidente della Repubblica. “Desidero esprimere convinto apprezzamento a lei, presidente Lagarde, e a tutti i membri del Consiglio direttivo per la grande competenza e per la determinazione con cui avete affrontato, negli ultimi anni, sfide di complessità straordinaria: la pandemia, lo shock energetico seguito alla sciagurata aggressione russa all’Ucraina, il repentino rialzo dell’inflazione, oggi riassorbito. Si tratta di meriti di un’istituzione che ha saputo consolidarsi nel tempo, attrarre talenti da tutta Europa, un importante esempio delle potenzialità che nascono dal comune impegno di persone di diverse esperienze e culture per perseguire un obiettivo condiviso”, ha aggiunto. Il presidente Mattarella ha poi ricordato come il mondo sia “profondamente cambiato da quando la Bce ha iniziato a operare, nel 1998, succedendo all’Istituto monetario europeo. Oggi siamo di fronte a trasformazioni che trent’anni fa sarebbero state impensabili”.
Mattarella: “Salvaguardare il multilateralismo”
Per iil presidente della Repubblica, “l’emergere di nuove potenze globali, i conflitti, le tensioni geopolitiche e, più recentemente, le dispute commerciali, stanno scuotendo l’ordine internazionale così come il tentativo di minare la tenuta del prezioso sistema multilaterale che, pazientemente disegnato e consolidato dopo la seconda guerra mondiale, ha consentito di affrontare e sovente risolvere numerose crisi. Sistema che va rielaborato per adeguarlo alle mutate condizioni sviluppatesi nel mondo in questi ottant’anni, ma che va assolutamente salvaguardato. Ne deriva un diffuso senso di incertezza e anche di insicurezza, anche nei Paesi occidentali, che può condurre a scelte errate e porre a rischio valori che consideravamo acquisiti”. LEGGI TUTTO
 



