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Ponte Stretto, altolà del Colle al ministero delle Infrastrutture: «Esistono già le regole antimafia»
Ascolta la versione audio dell’articoloMacchina indietro sulla norma del dl Infrastrutture che affidava la vigilanza antimafia del Ponte sullo Stretto alla Struttura per la prevenzione antimafia del Viminale (che vigila anche sui cantieri dei giochi Milano Cortina). A quanto si apprende la decisione è arrivata dal Quirinale per una questione di sovrapposizione di indagini proprio in tema di infiltrazioni mafiose scegliendo la strada del controllo ordinario sugli appalti del Ponte e non quello “straordinario” utilizzato in occasioni di emergenza o eventiColle: per Ponte sufficienti norme antimafia in vigore«La norma sui controlli antimafia non era contenuta nel testo preventivamente inviato al Quirinale, ma è apparsa poche ore prima della riunione del Consiglio dei ministri. La legislazione in vigore contempla norme antimafia rigorose per le opere come il ponte di Messina. La norma proposta prevedeva invece una procedura speciale – adottata finora soltanto in casi di emergenza, come i terremoti, o di eventi speciali, come le Olimpiadi – che non risulta affatto più severa delle norme ordinarie. Basti ricordare che la procedura speciale, che veniva proposta, autorizza anche a derogare ad alcune norme previste dal Codice antimafia, deroghe non consentite dalle regole ordinarie per le opere strategiche di interesse nazionale» ha precisato l’ufficio stampa del Quirinale con una nota, «in riferimento – si spiega – ad alcune inesattezze comparse sulla stampa odierna in relazione al decreto Infrastrutture».Loading…Salvini: sarà Parlamento a mettere massimo garanzie antimafiaLa decisione del Quirinale non è piaciuta al ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini che proprio lunedì aveva annunciato l’attribuzione dei compiti di vigilanza alla Struttura di Piantedosi. «Chiederemo il massimo del rigore, il massimo della trasparenza, più poteri al ministero dell’Interno e alle Prefetture per verificare che non ci siano infiltrazioni. Dal mio punto di vista era importante, qualcuno l’ha pensata in modo diverso, vorrà dire che sarà il Parlamento a mettere il massimo delle garanzie» ha dichiarato Salvini a margine di un sopralluogo ai cantieri della nuova strada Sopraelevata portuale a Genova. E ha aggiunto: «È chiaro che quando ci sono le Olimpiadi, la Tav, opere importanti a Genova, Messina o Roma, bisogna vigilare in maniera totale, siccome a Messina ci saranno più di centomila posti di lavoro in ballo e migliaia di imprese coinvolte, è mio interesse che le Prefetture, le Procure, le associazioni, i sindacati, possano avere il massimo della vigilanza e della trasparenza»Lega riproporrà in Parlamento norma sui controlli antimafia Il Carroccio dunque tiene il punto. Tanto che, a quanto si apprende, in sede di esame parlamentare del decreto Infrastrutture la Lega intende riproporre sotto forma di emendamento la norma sui controlli antimafia per il Ponte sullo Stretto che è stata espunta dal testo finale del provvedimento. LEGGI TUTTO
Cittadinanza, Tajani: nessuna marcia indietro
Cittadinanza, Tajani: nessuna marcia indietro | Video Sky TG24 LEGGI TUTTO
Roma-Berlino, prove di sintonia: cosa si gioca oggi Meloni nell’incontro con Merz
Ascolta la versione audio dell’articoloLa smentita sull’esclusione dell’Italia dai partner strategici della Germania nel patto di Governo tra Cdu/Csu e Spd rivelata dalla Welt nei giorni scorsi ha certamente aiutato. Ed è più che probabile che ci sarà un ulteriore “approfondimento” nel corso dell’incontro a Palazzo Chigi tra Giorgia Meloni e Friedrich Merz. Ma al centro del faccia a faccia tra la Premier italiana e il Cancelliere tedesco, in arrivo a Roma per partecipare all’intronizzazione di Leone XIV, ci sono anzitutto: dazi, piano di Riarmo e immigrazione.Il settore autoLa collaborazione tra Italia e il nuovo Cancelliere è intensa ed è cominciata ancor prima che Merz assumesse la guida del governo. Meloni lo ha confermato pubblicamente nei giorni scorsi durante il question time in Parlamento sottolineando come Italia e Germania – «le due principali manifatture europee» – possano dare insieme «un contributo concreto al rilancio della nostra base industriale, in primis del settore dell’auto». E del resto non potrebbe essere altrimenti visto il legame quasi inscindibile tra l’industria tedesca e quella italiana, che sono anche i Paesi che più di ogni altro rischiano di essere penalizzati dalla guerra commerciale dichiarata da Donald Trump. Non a caso del confronto/scontro con il tycoon si sono mossi con lo stesso registro. Obiettivo di entrambi è trovare un’intesa con l’amministrazione statunitense. Ma non solo.Loading…Il green dealSia la Germania che l’Italia sono convinte che vadano riviste alcune delle regole portate avanti nella scorsa legislatura da Bruxelles sul Green Deal, quei «dazi interni che minano la competitività europea, ha sintetizzato la Premier. Qualcosa si sta muovendo, vedi il rinvio delle multe ai costruttori di auto portato avanti dalla stessa Presidente della Commissione, Ursula von der Leyen. L’altro tema caldo – come già accennato – è il Piano di riarmo.Il piano di riarmoBerlino è stato tra i partner europei quello che ha più spinto per la possibilità di sospendere i vincoli del Patto di stabilità per la spesa sulla difesa adottando la clausola di salvaguardia. Una scelta che invece Roma (nonostante più volte lo avesse proposto) non ha accolto con entusiasmo tant’è che l’Italia è tra quei Paesi che non hanno presentato a Bruxelles la richiesta di sospensione. La scelta però è solo rinviata a fine giugno, quando si terrà il summit Nato in cui verrà ufficializzato il nuovo tetto di spesa da raggiungere. Gli Usa di Trump chiedono il 5%, l’Italia si presenterà a L’Aia con il 2% nel quale rientra anche la spesa per la Guardia costiera. Meloni però è consapevole che bisogna spingere sull’acceleratore. Il rischio marginalizzazione tanto dai principali partner europei che dalla stessa amministrazione Usa è reale. Così come le ricadute sull’industria bellica italiana e non solo, vista la possibile riconversione di produzioni in Germania. Il Governo italiano però punta a un maggior coinvolgimento europeo sul fronte finanziario mutuando quanto avvenuto in occasione del Covid con Nex Generation Eu. Un’ipotesi che finora è stata respinta. E tra i contrari c’è anche la Germania di Merz. Tuttavia la necessità di accelerare potrebbe indurre anche il Cancelliere a valutare un riavvicinamento.Il dossier immigrazioneQuanto al dossier immigrazione, qui le posizioni sono ormai quasi sovrapponibili. Merz – complice anche l’ascesa dell’estrema destra di Afd – ha sposato la linea dura sia sul fronte dell’ingresso in Germania che sui rimpatri, compresa l’ipotesi di esaminare le richieste di asilo in Paesi terzi. LEGGI TUTTO
Condannato per stalking, dopo 5 ore torna a minacciare l’ex compagna: “A cosa è servito denunciare?”
La vittima ha raccontato di essere stata costretta a cambiare città e lavoro per due volte, ma questo non è bastato a far desistere il suo ex compagno.Condannato per stalking, dopo 5 ore torna a minacciare l’ex compagna: “A cosa è servito denunciare?” – Nanopress.itLa donna ha raccontato di non sentirsi tutelata dallo Stato, perché – nonostante la denuncia e la condanna – poco o nulla è cambiato. Condannato per stalking, dopo 5 ore torna a minacciare l’ex compagnaUna vicenda drammatica quella che arriva dal Cremonese e che mette bene in luce la difficoltà nel proteggere le vittime di stalking e violenza domestica e quanto ancora occorra fare per offrire maggiori tutele. Dopo essere stato condannato a due anni di reclusione per atti persecutori e revenge porn, un uomo di 53 anni, fotografo di origine turca, è stato rilasciato con la condizionale. Tuttavia, appena cinque ore dopo la sua scarcerazione, ha ripreso a perseguitare la sua ex compagna, una donna di 33 anni.Nonostante la condanna e i mesi trascorsi in custodia cautelare, l’uomo ha continuato a tormentare la sua ex, creando profili falsi sui social media, contattando i suoi amici e diffondendo insulti attraverso una finta pagina di giornale. La vittima ha cambiato lavoro e città due volte, ma lui è riuscito a rintracciarla ogni volta. In un’intervista al Corriere della Sera, la donna ha espresso il suo senso di impotenza e frustrazione, sentendosi non tutelata nonostante le denunce e il supporto ricevuto da parte delle persone a lei vicine. “Sono andata dallapsichiatra, ho avuto vicino persone che mi hanno sostenuto, ma non è stata una passeggiata. E poi succede questo? A che cosa è servito denunciare?” è stato il duro sfogo della vittima. LEGGI TUTTO
Minacce alla figlia di Meloni, il prof autore del post ha tentato il suicidio
Ascolta la versione audio dell’articoloHa tentato il suicidio il professore di Marigliano autore del post pubblicato su Facebook con il quale ha rivolto parole d’odio alla figlia della premier Giorgia Meloni a cui ha augurato di morire come Martina Carbonaro, la 14enne di Afragola (Napoli) uccisa dall’ex fidanzato. L’uomo è stato ricoverato in codice rosso in ospedale a Nola ma secondo quanto si apprende non sarebbe in pericolo di vita. Prima di ingerire una forte dose di medicinali ha avvertito la dirigente scolastica dell’istituto dove insegna la quale ha subito avvertito i carabinieri che sono accorsi nell’abitazione del professore.La richiesta alla premier“Le chiedo, se possibile, di potermi incontrare per poterglielo dire guardandola negli occhi”. È uno dei passaggi centrali della lettera che il professor Stefano Addeo ha scritto alla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, dopo le polemiche scaturite da un post pubblicato – e poi rimosso – sui social, in cui evocava per la figlia della premier la stessa sorte di Martina Carbonaro, la ragazza uccisa ad Afragola dal suo ex fidanzato. Il testo sarà pubblicato integralmente domani dal quotidiano Roma.Loading…La sua situazione personale“Non c’è giustificazione possibile per le parole scritte. Mi assumo ogni responsabilità – scrive Addeo – anche se confesso che mai nelle mie intenzioni vi era l’idea di augurare la morte a una bambina. È stata una frase infelice, inadeguata, inaccettabile, che non mi rappresenta né come uomo né come educatore”. Nel testo, Addeo parla della sua situazione personale, del rapporto con la madre anziana e della sofferenza per quanto accaduto: “So bene che nulla può cancellare il male fatto con quelle parole. Solo la verità, il pentimento e il rispetto possono servire, ora”. Il docente si rivolge direttamente al premier chiedendo perdono per il gesto “che ha ferito Lei e la sua famiglia, e in particolare Sua figlia, che mai avrebbe dovuto essere tirata in ballo in alcun modo”. LEGGI TUTTO
Ponte Stretto, altolà del Colle al ministero delle Infrastrutture: «Esistono già le regole antimafia»
Ascolta la versione audio dell’articoloMacchina indietro sulla norma del dl Infrastrutture che affidava la vigilanza antimafia del Ponte sullo Stretto alla Struttura per la prevenzione antimafia del Viminale (che vigila anche sui cantieri dei giochi Milano Cortina). A quanto si apprende la decisione è arrivata dal Quirinale per una questione di sovrapposizione di indagini proprio in tema di infiltrazioni mafiose scegliendo la strada del controllo ordinario sugli appalti del Ponte e non quello “straordinario” utilizzato in occasioni di emergenza o eventiColle: per Ponte sufficienti norme antimafia in vigore«La norma sui controlli antimafia non era contenuta nel testo preventivamente inviato al Quirinale, ma è apparsa poche ore prima della riunione del Consiglio dei ministri. La legislazione in vigore contempla norme antimafia rigorose per le opere come il ponte di Messina. La norma proposta prevedeva invece una procedura speciale – adottata finora soltanto in casi di emergenza, come i terremoti, o di eventi speciali, come le Olimpiadi – che non risulta affatto più severa delle norme ordinarie. Basti ricordare che la procedura speciale, che veniva proposta, autorizza anche a derogare ad alcune norme previste dal Codice antimafia, deroghe non consentite dalle regole ordinarie per le opere strategiche di interesse nazionale» ha precisato l’ufficio stampa del Quirinale con una nota, «in riferimento – si spiega – ad alcune inesattezze comparse sulla stampa odierna in relazione al decreto Infrastrutture».Loading…Salvini: sarà Parlamento a mettere massimo garanzie antimafiaLa decisione del Quirinale non è piaciuta al ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini che proprio lunedì aveva annunciato l’attribuzione dei compiti di vigilanza alla Struttura di Piantedosi. «Chiederemo il massimo del rigore, il massimo della trasparenza, più poteri al ministero dell’Interno e alle Prefetture per verificare che non ci siano infiltrazioni. Dal mio punto di vista era importante, qualcuno l’ha pensata in modo diverso, vorrà dire che sarà il Parlamento a mettere il massimo delle garanzie» ha dichiarato Salvini a margine di un sopralluogo ai cantieri della nuova strada Sopraelevata portuale a Genova. E ha aggiunto: «È chiaro che quando ci sono le Olimpiadi, la Tav, opere importanti a Genova, Messina o Roma, bisogna vigilare in maniera totale, siccome a Messina ci saranno più di centomila posti di lavoro in ballo e migliaia di imprese coinvolte, è mio interesse che le Prefetture, le Procure, le associazioni, i sindacati, possano avere il massimo della vigilanza e della trasparenza»Lega riproporrà in Parlamento norma sui controlli antimafia Il Carroccio dunque tiene il punto. Tanto che, a quanto si apprende, in sede di esame parlamentare del decreto Infrastrutture la Lega intende riproporre sotto forma di emendamento la norma sui controlli antimafia per il Ponte sullo Stretto che è stata espunta dal testo finale del provvedimento. LEGGI TUTTO
Cittadinanza, Tajani: nessuna marcia indietro
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